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2025, l’anno zero dei garanti

Massimo Pizzuti
Stagione congressuale del Pd congelata in attesa delle decisioni sui ricorsi. Al Comune di Frosinone resta enorme la distanza tra Riccardo Mastrangeli e Massimiliano Tagliaferri. E nessuno sembra in grado di colmarla.
Gennaio 3, 2025
Migliorelli, Mastrangeli, Fantini e Tagliaferri

Entrambe le correnti hanno voluto mostrare i muscoli. AreaDem di Francesco De Angelis lo ha fatto con una presa di posizione di sedici amministratori, tra i quali quattordici sindaci. Evidenziando il ruolo del primo cittadino di Cassino Enzo Salera, ma anche le “firme” di Simone Costanzo e Antonella Di Pucchio. Il primo è stato segretario del Pd, la seconda è consigliere provinciale. Se qualcuno poteva pensare che facessero parte di Base Riformista di Antonio Pompeo, in questo modo i dubbi sono stati chiariti. Il giorno dopo Sara  Battisti (leader di Rete Democratica) e lo stesso Antonio Pompeo hanno risposto con una nota firmata da ben sessanta tra amministratori locali e dirigenti. Per inviare diversi messaggi, ma uno in particolare, così traducibile: “siamo in tanti e la situazione nei circoli non è come pensate voi”. Nel frattempo però il congresso provinciale del Pd di fatto è congelato. In attesa delle decisioni degli organismi di garanzia (regionale e nazionale) sui ricorsi presentati prima e dopo le dimissioni di cinque commissari e del presidente Alberto Tanzilli. A inoltrare i ricorsi sono stati esponenti delle aree di Battisti e Pompeo, perché a loro giudizio quanto accaduto nella riunione del 23 dicembre (e nei giorni successivi) non avrebbe rispettato le procedure e le regole sul tesseramento. Intanto però il segretario regionale Daniele Leodori, rivolgendosi ai segretari dei circoli, ha fissato per i giorni 7 e 8 gennaio (dalle 17 alle 20) i termini per consegnare (ai tesorieri delle Federazioni di Frosinone e del Lazio)  tutta la documentazione relativa al tesseramento del 2024. Un paletto ineludibile.
A questo punto soltanto dopo l’esito dei ricorsi sarà possibile capire se, come e quando il Partito Democratico andrà a congresso. Però intanto si effettuano tutti i passaggi necessari.
Nel frattempo, comunque, sia la nota dei sedici amministratori che il documento dei sessanta puntano sull’importanza di favorire la crescita e l’unità del partito, ponendosi il problema evidentemente del “dopo” congresso. Ma sarà possibile davvero? Intanto le due candidature alla segreteria resteranno: da una parte Achille Migliorelli, dall’altra Luca Fantini. A sostenere il primo AreaDem di Francesco De Angelis e il Collettivo Parte da Noi di Danilo Grossi. Mentre il secondo è appoggiato da Rete Democratica di Sara Battisti e Base Riformista di Antonio Pompeo.
Tra De Angelis e Battisti c’è una sorta di “gelo artico”. Riesce difficile perfino ricordare che fino a sette mesi fa stavano nella stessa corrente, Pensare Democratico. Inoltre, tantissimi militanti sono chiamati a scegliere con chi schierarsi e non è semplice considerando che per anni si è stati tutti dalla stessa parte. In questa situazione di contrapposizione frontale è arduo immaginare chi potrebbe cercare di far sedere i protagonisti attorno allo stesso tavolo. Daniele Leodori, segretario regionale (eletto praticamente all’unanimità), è pure uno dei principali leader di AreaDem. Però Leodori ha scelto la strada del totale silenzio in questa fase e ha intenzione di esercitare pienamente il ruolo dopo che ci sarà una decisione sui ricorsi. Comunque vada a finire, il congresso provinciale (quando si farà) sarà di “conta”. A fare la differenza saranno soltanto gli iscritti, dunque le tessere. Il clima interno resterà incandescente e nel frattempo il Pd dovrà affrontare le elezioni amministrative. Sarà quello il primo vero “test” sulla effettiva tenuta.

COMUNE DI FROSINONE

Terminato il periodo festivo, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli si ritrova al punto di partenza. Non può dribblare il problema che ha davanti, vale a dire la posizione del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri, il quale ha chiesto un cambio di passo politico-amministrativo che contempli un rimpasto di giunta e la sostituzione di almeno tre assessori. Certamente Mastrangeli può continuare a cercare ancora il “soccorso rosso” nelle opposizioni (e in questo senso si sarebbero registrati dei clamorosi movimenti nelle ultimi ore) ma adesso è tutto più difficile. Secondo i “rumors” Riccardo Mastrangeli potrebbe cercare di sondare il terreno nei confronti della Lista Marzi, composta da quattro consiglieri: Domenico Marzi, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli, Armando Papetti. Un’intesa amministrativa e politica non è semplice, ma non impossibile. Però nella seconda parte della consiliatura perfino chi dovesse aderire chiederebbe un accordo programmatico. Scenario che metterebbe la parola fine alla stagione del centrodestra nel capoluogo. Prospettiva che non in teoria non farebbe fare salti di gioia a Fratelli d’Italia. Pure in questo caso non si vede un “garante” in grado di individuare una soluzione condivisa tra Riccardo Mastrangeli e Massimiliano Tagliaferri. La politica sembra averli esauriti. I garanti.

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