Il settore Statistica della Città metropolitana di Bologna ha di recente chiesto a 3mila cittadini di stendere un elenco dei maggiori problemi di cui sarebbe afflitto il capoluogo emiliano.
Risultato: in cima alle ambasce dei felsinei ci sono la preoccupazione economica (57,5%), la poca fiducia nel futuro (40,6%), le emergenze sociali di clima e ambiente (20,8%), la politica (16,9%), la criminalità (16,7%) e la vivibilità urbana (11,6%). Mica cotica. A questo punto ogni essere umano dotato di sufficiente buon senso si chiederebbe: cosa stanno facendo di concreto i rappresentanti del popolo bolognese per risolvere i grattacapi dei propri amministrati? Si occupano di oche, stando almeno al surreale intervento nell’ultimo consiglio comunale della sardina del Pd Mattia Santori, il lungocrinito giovane leader della sinistra in monopattino cui gli intellettuali col Rolex hanno negli ultimi anni attribuito un esagerato credito politico e mediatico.
Chi non ricorda il simbolico Occupy Pd con le tende canadesi piantate davanti al Nazareno dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti? “La sinistra ricominci dalle sardine” inneggiavano titani del pensiero gramsciano come Enrico Letta, Goffredo Bettini e Maurizio Crozza.
E ciò nonostante le monumentali castronerie uscite di bocca dai pesci azzurri (“Aldo Moro fu ucciso dalla mafia”) e i litigi con il governatore Stefano Bonaccini alla cui elezione pure Santori e compagnia hanno fornito un contributo decisivo (“Non lo vogliamo segretario perché è un destro”).
“E’ successo un fatto increscioso. Due cani scappati al controllo si sono avventati sulle due oche che la famiglia Celli tiene nel giardino dell’abitazione sui colli bolognesi” ha lamentato Santori in un discorso listato a lutto e dal sapore dadaista mentre nell’aula consiliare calava un silenzio non si sa se di commozione o di commiserazione.
“E’ difficile per chi come me non ha animali domestici capire il rapporto che si sviluppa giorno dopo giorno fra una persona e un cane, figuriamoci fra un uomo e pennuti scontrosi e chiassosi – ha aggiunto -. Non entro nei dettagli perché non sarei credibile”. In effetti una sardina che parla di oche è un filino fuori tema.
“Caro Davide (il proprietario dei pennuti sgozzati, ndr) hai portato in questa aula castori, lupi, orsi e altri animali. Oggi sta a noi portare il ricordo delle tue oche, le Raptor come le hai chiamate. Ti promettiamo che daremo voce delle tue battaglie ma tu prometti che tornerai presto a farti sentire” ha concluso il dolce Mattia.
Ora, preoccupa non poco il fatto che il futuro del Pd sia affidato a gente del genere. E sarebbe istruttivo conoscere il parere di quei 2586 signori che hanno spedito in consiglio questo presunto leader della nuova sinistra (secondo consigliere più votato con una campagna elettorale che verrà ricordata per la proposta di costruire uno stadio per il frisbee a Bologna) che invece di preoccuparsi dei guai dei suoi elettori pensa alla sorte degli uccelli acquatici del suo amico.
C’è solo da sperare che questa surreale interrogazione non sia stata elaborata nell’ultimo pranzo con Romano Prodi. Perché più che alla frutta saremmo al pesce. Rancido.