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Il ruggito del leone: battuta la Cremonese

Roberto Mercaldo
Il Frosinone blinda i playoff battendo i lombardi per 2/1
Aprile 9, 2022

Peccato si debba giocare anche con le squadre della colonna destra, perché al Frosinone di Grosso sembrano piacere solo le sfide con le grandi. Sono quelle che lo esaltano, gli regalano una concentrazione feroce, lo portano in una dimensione dove non è tollerata l’incompiutezza e dove le buone intenzioni si trasformano in gol, giocate, spettacolo.

Così anche la Cremonese di Fabio Pecchia, scesa allo Stirpe con le insegne del primato, ha visto svanire i suoi sogni di gloria, ingigantiti da un vantaggio che sembrava preludere a una possibile conquista. I grigiorossi lombardi hanno approfittato di una partenza in po’ incerta dell’undici ciociaro e forse, acquisito il vantaggio, hanno pensato a una gara in discesa. Non avevano fatto i conti, però, con un Frosinone che allo Stirpe ritrova d’incanto i suoi automatismi, i suoi estri, le sue geometrie. Sospinti dalla Nord, Gatti e compagni hanno dato il via all’operazione sorpasso, incassando il gol di Buonaiuto come avrebbe saputo fare solo Vito Antuofermo. Nessuna crepa nelle certezze, nessun freno alla voglia di prendersi tre punti essenziali per la difesa dei playoff. E la voglia si traduce in atto quando un’azione insistita dei canarini trova l’opposizione illegale di Ravanelli. Il Var conforta la sensazione di Abisso, ma per lo Stirpe corre e serpeggia un brivido di paura.

Viste le vicissitudini recenti dagli undici metri, anzitutto ci vuole qualcuno che non abbia la psicosi degli undici metri. Canotto ritiene di poter essere l’uomo giusto, depone la sfera sul dischetto con la cura di chi effettua un rituale. Guarda Carnesecchi, portiere tra i migliori della nouvelle vague: grande, grosso e determinato. Lo guarda e gli invia un messaggio forte e chiaro: non ho paura. Quando il calciatore che esegue il penalty non ha paura la palla di regola finisce in rete. Così è, al minuto 22 della trentaquattresima giornata del campionato cadetto. I giallazzurri, non paghi, continuano però l’arrembare virtuoso, fatto di passaggi giusti e di corse frenetiche. L’azione del sorpasso è esplicativa di come la buona volontà possa far miracoli quando incontra i favori della dea Eupalla. E il Frosinone confeziona il secondo punto con il goniometro: la sfera danza da un piede all’altro con geometrica precisione e quando Carnesecchi prova a dir di no, c’è Zerbin pronto a vestire d’autorità l’ardore giallazzurro. Nulla da eccepire. Lo spicchio di stadio riservato ai tifosi lombardi tace, d’improvviso pervaso dal dubbio.

C’è mezza partita da giocare, ma chi vede lo sguardo dei giocatori frusinati mentre guadagnano gli spogliatoi per la pausa, sa già che nessuno potrà strappargli la vittoria. La ripresa ha un copione non troppo originale: la capolista, turbata e indispettita, attacca. Il Frosinone difende e riparte, con il piglio di chi vuol chiudere i conti in via definitiva. Entrambi gli intendimenti non trovano il conforto di un gol, ma questo vuol dire vittoria. Applausi per Ciofani, il grande ex. Partita non memorabile per Fagioli, juventino in prestito alla Cremonese. Meglio lo juventino giallazzurro, Gatti, autorevole anche nelle sortite fuori dalla zona di competenza. Tre punti d’oro per i canarini, che volano a buon diritto nel cielo dei playoff.

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