Dopo il Covid l’usura? L’ipotesi non è del tutta peregrina. E può essere ricondotta anche ai dati relativi al debito delle famiglie italiane. Il prospetto arriva dall’ultimo riporto della Cgia di Mestre. Cresce il debito delle famiglie italiane. Al 31 dicembre 2021 ammontava complessivamente a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto a un anno prima).
L’importo medio per nucleo famigliare era di 22.237 euro; se confrontato con il dato di 12 mesi prima, la variazione è stata positiva e pari a 851 euro. L’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette energetiche potrebbero peggiorare notevolmente la situazione. Segnaliamo, in particolar modo, che molti artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Una situazione che per molte attività sta diventando impossibile da sostenere.
A preoccupare l’Ufficio studio della CGIA, comunque, non è tanto ciò che si è in grado di misurare, ma quello che non si riesce nemmeno a intravedere; come, ad esempio, il rischio appunto che molte famiglie siano finite (o rischino di dire) nelle mani dei cravattari. Un fenomeno, quest’ultimo, che, da sempre, è difficilmente dimensionabile. Vediamo nel dettaglio. Le famiglie più in “rosso” vivono nella provincia di Milano, con un debito medio di 33.523 euro; al secondo posto scorgiamo quelle di Monza-Brianza, con 31.547 euro e al terzo posto le residenti a Bolzano, con 30.643 euro. Appena fuori dal podio notiamo quelle di Roma, con un debito medio che ammonta a 30.441 euro, quelle di Como, con 29.564 euro e quelle di Prato con 29.310 euro.
Tra le meno esposte, invece, segnaliamo le famiglie residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un’esposizione di 10.712 euro, quelle di Agrigento, con un debito di 10.185 euro e quelle di Vibo Valentia, con 9.964 euro. Infine, le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a 9.468 eur. In questa particolare graduatoria.
E dalle nostre parti che aria tira? Frosinone rispetto a tante altre realtà non desta soverchie preoccupazioni anche se di fronte a fenomeni del genere la guardia ha da restare sempre e comunque alta. Latina desta qualche preoccupazione in più.
La Ciociaria si colloca all’84esimo posto su 104 capoluoghi di provincia. Seguendo la serie storica si apprende che nel 2019 le famiglie erano mediamente indebitare per 2.921 euro che diventano 2899 l’anno successivo. Poi nel 2021, anche a causa dell’infuriare della pandemia, l’indebitamento sale a 3.026 euro per aumento pari a un più 3,6%. Gli impieghi per famiglia è di 15.095 euro. Sta messa leggermente peggio Latina, al 55esimo posto di questa non particolarmente piacevole graduatoria. Nel 2019 le famiglie pontine erano indebitate per una media di 4277 euro, diventati 4.329 nel 2020. Nel 2021 la cifra schizza a 4,540 per un aumento percentuale del 6,1% (19.425 euro gli impieghi per famiglia). Finiamo con il dato regionale. Il Lazio è la terza regione più indebitata. Nel 2019 gli euro di buffi ammontavano a 66.359, l’anno successivo diventeranno 67.193, nel 2021 si salirà a 70.461 euro (+6,2).