Una Pasqua… nell’Inferno del Nord. Il calendario ciclistico regala ai più acclamati campioni delle due ruote un uovo di fango e fatica. Chi riuscirà a trovarvi quale sorpresa la vittoria della Parigi-Roubaix? L’interrogativo della vigilia sembra avere una risposta quantomeno probabile, perché per quanto fatto al Fiandre e in tutta la primavera Van der Poel esige i favori del pronostico. Terzo lo scorso anno, nel grande giorno di Sonny Colbrelli, il nipote d’arte è intenzionato a prendersi la corsa più anacronistica e fascinosa dell’intero calendario ciclistico.
Con il detentore messo fuori gioco dal malore al Catalogna, il rivale più accreditato sarebbe Van Aert, se non fosse per il Covid, che ha importunato il campione belga fino a pochi giorni fa. Difficile ipotizzare una competitività ritrovata in tempi così brevi, vista anche la durezza della corsa. Assente Pogacar, che ha rinviato all’anno prossimo la sua battaglia con il terribile pavé, toccherà a Van Avermaet, Lampaert e Laporte recitare il ruolo degli outsider di lusso, con l’italiano Pippo Ganna possibile sorpresa, sempreché la Ineos gli lasci il via libera.
Il re dei cronomen intende provarci e sogna di emulare Francesco Moser, l’italiano più vincente al velodromo di Roubaix. Il campione di Palù di Giovo trionfò per tre edizioni consecutive, dal ‘78 all’80, dopo due secondi posti conseguiti nel ‘74 e nel ‘76. Ad arricchire il suo palmares nella corsa francese arrivarono anche due terzi posti nell’81 e nell’83. Il feeling di Moser con la corsa più dura del calendario gli regalò l’ammirazione eterna degli sportivi francesi e una leadership all-time condivisa con Roger De Vlaeminck, che coi suoi 4 successi meritò l’appellativo di “monsieur Paris-Roubaix”. Altro italiano capace di bissare il successo al “velodromo” è stato, qualche anno più tardi, Franco Ballerini, passista potente e capace di sopportare senza soverchie difficoltà le terribili vibrazioni dei tratti di pavé. Il toscano si aggiudicò la vittoria nelle edizioni del 1995 e del 1998. Nell’albo d’oro della competizione figurano altri italiani, quali il campionissimo Fausto Coppi (‘50) e Felice Gimondi (‘66), ma la vittoria più recente, prima di Colbrelli, apparteneva ad Andrea Tafi (‘99).
La Parigi-Roubaix, al pari della Sanremo, è considerata una corsa che non può mancare nel palmares di un grande campione. Bernard Hinault, sebbene non ne amasse particolarmente il percorso e le insidie da ciclocross, inseguì il successo con ostinazione, trovandolo nell’81, quando si impose in una storica volata a sei. Moser fece di tutto per toglierselo dalla ruota prima dell’ultimo km al fine d’involarsi per il poker, ma il bretone andò a prenderlo e vinse sorprendentemente la volata. Storie di campioni, di volti stravolti dal fango e dalla fatica, storie di una corsa leggendaria chiamata Parigi-Roubaix.