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Armani, una prima dei playoff da incubo

Roberto Mercaldo
L’Efes sbanca il Forum di Assago e lascia solo 48 punti ai milanesi
Aprile 20, 2022
Chacho - Rodriguez- basket
Chacho Rodriguez

Peggio non poteva iniziare. La serie dei quarti di finale playoff contro i campioni in carica dell’Efes è partita con l’handicap. Al cospetto di Micic e compagni, l’Armani di coach Messina ha purtroppo ribadito il suo momento difficile, coinciso purtroppo con la fase decisiva della stagione. Chiusa la regular season di Eurolega con un brillante terzo posto, i milanesi dovevano difendere il fattore campo dall’insidia dell’Efes, costretto per suo conto a rincorrere un posto nei quarti a ragione di una partenza complicata.

Gli uomini di Ataman non sono ancora del tutto guariti, sebbene Larkin e Micic, uomini chiave del quintetto, abbiamo ritrovato una condizione fisica accettabile e con essa la possibilità d’incidere in relazione al loro smisurato talento. L’Armani di due mesi fa non avrebbe tremato dinanzi a un quintetto che affida agli estri intermittenti del laborioso Pleiss e del decadente Dunston i propri destini sotto i tabelloni.

Oggi però l’Armani Milano, sempre apprezzabile per intensità difensiva e per capacità di sacrificio, è una squadra che fatica maledettamente a tradurre in atto il proprio potenziale offensivo. I 90 punti realizzati contro il Napoli nell’ultima gara di campionato avevano illuso, ma contro i turchi il canestro è diventato d’improvviso stretto, inviolabile, una “fata Morgana” inseguita invano per 30 minuti. Già, perché nei primi 10 la produzione offensiva milanese era stata sufficiente: 16 punti, non proprio un bottino eclatante, ma sufficiente a condurre nel punteggio contro un Efes che a sua volta faticava non poco a prendere buoni tiri.

Il blackout è iniziato nel secondo quarto, quando l’Armani è andata in confusione e in verità ha fallito anche tiri ben costruiti. L’esito reiteratamente negativo dei tiri dall’arco ha minato le certezze milanesi e così sono arrivate azioni sempre meno fluide che hanno generato 7 minuti di astinenza. A togliere le castagne dal fuoco meneghino è stato provvisoriamente Bentil, che con 3 triple ha consentito di limitare i danni e di andare all’intervallo lungo con distacco minimo (26/29). Al rientro in campo però l’Armani ha continuato a tirare con percentuali da squadra di Promozione e al 30’ i punti aggiunti sul tabellone sono stati soltanto 8.

Così, pur avendo avuto l’innegabile merito di tenere l’Efes ben al di sotto del suo standard abituale (46 punti in 30 minuti sono un’inezia per Singleton e compagni), i milanesi si sono ritrovati ad iniziare l’ultimo quarto con un pesantissimo meno 12. Il ricordo della rimonta di Instanbul, dove l’Armani cancelló 15 punti di distacco andandosi a prendere i due punti in palio, non è servito ad infondere coraggio a una squadra spenta e senza idee. Nemmeno Hines e Rodriguez, che l’Eurolega l’hanno vinta più di una volta, sono riusciti ad invertire la rotta. Per il “Chacho”, che ha chiuso il match con un eloquente -7 di valutazione, c’è sicuramente l’attenuante del Covid, che solo qualche giorno fa ha “liberato” il play spagnolo. Deludentissimo Delaney, discontinuo Shields, caotico e a volte frenetico Nick Melli, che purtroppo nel finale di gara si è anche infortunato.

Per l’alatrense Alviti, che contro il Napoli aveva stabilito con 25 punti realizzati la sua migliore performance in carriera, 7 minuti giocati, purtroppo condizionati da 3 falli. Non a buon fine i suoi due tiri dall’arco, ma due rimbalzi e una palla recuperata. Domani sera si torna in campo per gara2, ed è già impossibile sbagliare, perché rimontare da un eventuale 0/2 sarebbe davvero utopistico. Riordinare le idee in fretta e crederci sono le due condizioni essenziali per andare a caccia dell’1/1 nella serie.

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