Per recuperare le cure rinviate a causa Covid ci vorranno almeno 12 mesi. La stima è di un’indagine condotta dalla FADOI (Federazione dei medici internisti) in 19 Regioni, Lazio compreso: a pesare, sostiene lo studio, sono anche gli effetti del Long Covid, che assorbe notevoli risorse considerando che ne è colpito circa il 15% dei pazienti contagiati.
In particolare, la riduzione dei ricoveri programmati nel 37,5% degli ospedali monitorati, è stata contenuta tra il 10 e il 20%, ma nel 12,3% degli ospedali si è attestata tra il 20 e il 50%, mentre nel 16,7% dei casi il blocco è stato totale. I dati sono peggiori per le prestazioni programmate, come analisi e visite specialistiche: nel 29,2% delle strutture la riduzione è stata tra il 20 e il 50%; nell’8,3% degli ospedali si è riscontrata una diminuzione pari a oltre il 50%, mentre nel 16,7% dei casi sono state sospese tutte le prestazioni.
Per fare qualche esempio che riguarda la regione Lazio: all’ospedale Sant’Eugenio di Roma in tempi pre-pandemia la chirurgia effettuava otto sedute al giorno, oggi ne riesce a garantire due. I tempi per le visite specialistiche, in tutti i nosocomi pubblici, si sono notevolmente dilatati e ci sono attese che sfiorano gli 8 o i 12 mesi. E slittano, dai tre ai sei mesi, le attese per le operazioni chirurgiche non urgenti.
Nei pronto soccorso le ambulanze vanno incontro a blocchi del servizio. Secondo quanto rilevato dalla Fp Cgil di Roma e del Lazio si sono registrati su base regionale picchi giornalieri anche di 50 ambulanze ferme più del dovuto all’ingresso degli ospedali, perché non potevano rilasciare i pazienti a causa del sovraffollamento.