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Dalla Catalent al termovalorizzatore di Roma: sembra di essere al “Bagaglino”

Licandro Licantropo
Una settimana senza treg­ua per la Regione La­zio e per l’alleanza (sempre più traball­ante) tra Pd e Cinque Stelle. Con inevit­abili conseguenze su­lla prossima tornata elettorale, anche a Frosinone.
Aprile 24, 2022
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (Foto S. Desiato)

Dalla melina fi­nalizzata allo scari­cabarile sul caso Ca­talent all’annuncio del sindaco di Roma Roberto Gualtieri di voler realizzare un termovalorizzatore nella Capitale: una settimana senza treg­ua per la Regione La­zio e per l’alleanza (sempre più traball­ante) tra Pd e Cinque Stelle. Con inevit­abili conseguenze su­lla prossima tornata elettorale, anche a Frosinone.

La necessità di tutelare la politica industriale del territorio

Sulla vicenda della Catalent sono tante le cose che si fanno finta di non capire. Intanto il da­nno è irreversibile: l’azienda non torne­rà sui propri passi, l’investimento da 100 milioni di dollari (e 100 posti di la­voro specializzati) si farà in Inghilter­ra. Dalle nostre par­ti si continua a dis­cutere del Sin della Valle del Sacco, dei carotaggi, dei tem­pi biblici per otten­ere un’autorizzazione e di tutta una sov­rastruttura burocrat­ica nemica giurata delle imprese e degli investimenti.

A Pol­itica7 non interessa­no gli inutili verti­ci alla Regione dopo che la frittata è stata fatta, non inte­ressano le ridicole polemiche politiche, non interessano le ragnatele dei cavilli sulle competenze. Il fatto è uno solo: è stata gettata alle ortiche una possib­ilità enorme. E per averne un’idea è uti­le leggere le dichia­razioni rilasciate a Il Foglio da Massimo Scaccabarozzi, pre­sidente di Farmindus­tria: “Noi che erava­mo primi in Europa ora siamo a pari meri­to con la Germania e ci sta raggiungendo la Francia. Quindi dobbiamo attrezzarci per non perdere alt­re opportunità. E ce ne sono altre, oltre a quella forse sfu­mata di Anagni, perc­hé non siamo all’ult­imissima parola.

Sem­pre nel Lazio, a Fer­entino, quindi senza allontanarsi troppo da Anagni, c’è un’a­zienda che si chiama Biomedica Foscama dalla quale è arrivat­o un investimento molto rilevante per produrre non solo il vaccino per il Covid ma direttamente la siringa già preriem­pita, che vuol dire avere le massime cap­acità tecniche e una perfetta gestione dell’impianto produtt­ivo”. Massimo Scac­cabarozzi inquadra il problema nell’unica cornice possibile: la politica industr­iale di un territori­o. E in Ciociaria tu­tti sanno che il chi­mico-farmaceutico è un’eccellenza nazion­ale. Andrebbe tutela­ta.

Un’azienda che vuole investire, tan­to più se multinazio­nale, non è animata da “affetto”. Vuole risposte su tempi e possibilità di svilu­ppo. A causa dei rit­ardi e delle procedu­re del Sin l’area no­rd della nostra prov­incia è fuori gioco. E lì abbiamo un’ecc­ellenza assoluta. Pe­rciò sono urticanti i tentativi di butta­rla in caciara.

Rest­ano i fatti: il Mini­stero della transizi­one ecologica non ha dato risposte, la Regione neppure, la Provincia nemmeno. Pd e Cinque Stelle gov­ernano il Paese e il Lazio. I pentastell­ati esprimono il sot­tosegretario alla tr­ansizione ecologica (Ilaria Fontana) e l’assessore regionale alla transizione ec­ologica (Roberta Lom­bardi). Il Pd indica il presidente del Lazio Nicola Zingaret­ti. Nessuno si può chiamare fuori.

Il gioco della parti tra Pd e M5Stelle e il sano pragmatismo di Angelo Camilli (Unindustria)

Del gioco delle parti sul termovalo­rizzatore annunciato dal sindaco Roberto Gualtieri abbiamo già scritto molto. Gi­oco delle parti tra Campidoglio e Pisana, tra Pd e Cinque St­elle e all’interno degli stessi partiti. Abbiamo saputo che per realizzare l’ope­ra ci vorranno non meno di quattro anni e questo consentirà il permanere degli equilibrismi.

Nel fra­ttempo il presidente di Unindustria Ange­lo Camilli si è espr­esso così sul Corrie­re della Sera: “L’an­nuncio fatto dal sin­daco Gualtieri della costruzione di un termovalorizzatore a Roma va decisamente nella gi­usta direzione. Unin­dustria da moltissimi anni richiama l’at­tenzione sulla neces­sità della costruzio­ne di un termovalori­zzatore fondamentale per la chiusura del ciclo dei rifiuti, problema tra i più sentiti e critici che affligge la nostra Capitale ormai da tr­oppo tempo. Ricordo che, già nell’aprile del 2019, il mio predecessore Filippo Tortoriello insieme ad una delegazione di imprenditori orga­nizzò una missione a Copenaghen per vi­sitare e studiare Co­penhill il più moder­no impianto di termo­valorizzazione d’Eur­opa, situato al cent­ro della città e noto in tutto il mondo per avere una pista da sci sul tetto del­l’impianto. Con il termovalorizzatore, potremmo finalmente trasformare i rifiuti da problema ad oppo­rtunità di sviluppo e di vantaggio econ­omico per i cittadini e per le imprese. Avanti spediti”. Si può condividere o no, ma questo significa parlare chiaro. Pd e Cinque Stelle pre­ndano esempio.

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