Sapete Vladimir Putin a chi ha affidato il compito di rastrellare la città di Mariupol ma soprattutto di stanare gli ucraini asserragliati nella disperata Termopili dell’acciaieria Azovstal? Ad alcuni signori cui non dareste certamente in moglie vostra figlia. Si tratta del famigerato battaglione georgiano di tagliatore islamici comandato da Ramzan Kadyrov, un personaggio che sembra uscito da un romanzo, figlio del leader separatista Akhmad che del Cremlino è il più implacabile alleato.
Il battaglione di Ramzan può contare su 70mila combattenti temprati dall’esperienza maturata in madrepatria. Ricordate cosa accadde quando la Cecenia, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, osò proclamare la propria indipendenza con il sostegno entusiasta degli imam locali? Era il 1991 ed era nato Grozny, il primo Califfato sorto subito dopo l’abolizione della Sublime Porta nel 1924. Andò come andò, con lo zar che s’incazzo come una iena dispeptica e diede disposizione di spegnere le mire indipendentiste dei georgiani a suon di cannonate e bombardamenti (fu, tra l’altro, rasa al suolo la capitale. Il racconto di quella macelleria costò la vita alla giornalista di Novaya Gazeta Anna Politkovskaja).
E’ per opporsi ai russi (ironia della sorte) che i mercenari alle dipendenze di Kadyrov affinarono le loro strategie di guerriglia. Che consistono soprattutto nei combattimenti casa per casa. Putin li ha già utilizzati in Siria senza essersene mai lamentato. Il loro lavoretto sanno farlo bene. Non solo, questi giudiziosi boy scout hanno partecipato anche al programma di cooperazione per la repressione violenta degli uighuri (etnia turcofona di religione islamica che vive nel nord-ovest sche viene da anni perseguitata dai cinesi). Oggi in Ucraina, i tagliagole di Kadyrov sono l’avanguardia e la retroguardia dell’esercito regolare e sono chiamati a far la pelle anche ai tremebondi militari di leva russi che si rifiutano di sparare.