A giugno 2021 era stato escluso dopo le visite mediche dal concorso pubblico per il reclutamento di 3.581 allievi carabinieri in ferma quadriennale. Per la commissione medica era obeso e non poteva essere arruolato nell’Arma. Vittima un 19enne che invece aveva sempre sognato di poter indossare la divisa.
Inoltre, obeso non lo era proprio, anzi la massa muscolare – come è stato poi accertato – era molto superiore a quella grassa e il rapporto peso altezza perfettamente rientrante nei limiti tabellari. Al ragazzo non è rimasto altro da fare che ricorrere al Tar del Lazio contro la dichiarazione di “non idoneità” emessa dalla commissione.
Ai giudici ha portato tanto di certificazioni mediche che rovesciano quanto sostenuto dopo la visita medica del concorso e soprattutto dimostrano che i commissari si sono sbagliati a misurare l’altezza dell’aspirante carabiniere, ma soprattutto, una volta calcolato l’indice di massa corporea hanno applicato i limiti previsti dal regolamento per le donne e non per gli uomini!
Insomma, una serie di sviste che – a leggere la sentenza con cui la prima sezione bis del Tar di Roma riammette il 19enne alla selezione – lasciano davvero perplessi. Ad ogni modo, i magistrati amministrativi, per giungere alla decisione di riammettere al concorso il ricorrente hanno disposto nuovi accertamenti
medici, in contraddittorio con il ministero della Difesa e con il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, affidando le valutazioni alla Direzione centrale di sanità del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno.
Le nuove ‘misurazioni’ hanno evidenziato una serie di errori e ‘distrazioni’ da parte della commissione di concorso: “La Commissione – scrivono in sentenza i giudici del Tar – ha applicato un parametro di
riferimento errato, ossia quello stabilito per i candidati di sesso femminile e, conseguentemente, non avvedendosi della modesta entità dello scostamento riscontrato, non ha neppure valutato se vi fossero le
condizioni per ritenere il ricorrente ugualmente idoneo. D’altro canto, la verificazione disposta dalla Sezione ha pure accertato che la misurazione dell’altezza compiuta in sede concorsuale non era corretta.
L’organo incaricato della verificazione ha, infatti, accertato l’idoneità del ricorrente, sulla base del riscontro dei seguenti parametri: altezza, peso kg. indice di massa grassa. Al riguardo, occorre rilevare che, facendo riferimento all’altezza, accertata dall’Organo verificatore, e applicando la formula matematica indicata nella direttiva tecnica, il valore I.M.C. del ricorrente risulta inferiore al valore massimo di 30; e ciò sia considerando il peso riscontrato in sede di verificazione, sia prendendo in considerazione il peso rilevato in occasione della visita in sede concorsuale”. Il giovane può passare ora alle successive prove. In bocca al lupo!