Vicenda Catalent e Roma-Latina: basta con la burocrazia che frena lo sviluppo economico del territorio. Il presidente di Unindustria, Angelo Camilli nella sua relazione all’assemblea generale dell’associazione degli industriali del Lazio, tenutasi al Teatro dell’Opera alla presenza del presidente Sergio Mattarella, ha lanciato messaggi chiari ed inequivocabili alla classe politica, dando priorità alle urgenze dei territori di Frosinone e del nord pontino.
“Sblocchiamo gli iter burocratici che frenano lo sviluppo decisivo di filiere e territori, anche in eccellenze come il nostro polo farmaceutico – ha affermato Camilli – non possiamo più permetterci una vicenda come quella di Catalent ad Anagni che ci lascia ancora increduli: per un’autorizzazione attesa e mai arrivata dopo oltre 2 anni, sono sfumati 100 milioni di dollari per un progetto di rilevanza mondiale e 100 posti di lavoro di giovani ricercatori.
Catalent è solo la punta dell’iceberg di una situazione non all’altezza del secondo Paese manifatturiero d’Europa. Bisogna, piuttosto, sostenere e autorizzare gli investimenti industriali in rinnovabili ed economia circolare e varare un piano pluriennale per le reti e le riserve idriche, perché l’acqua sarà la prossima materia prima al centro di una crisi. Noi vogliamo misurarci su questi traguardi. Ribaltiamo insieme i rovesci della medaglia che frenano lo sviluppo decisivo di filiere e territori”. Quanto è avvenuto ad Anagni ha indotto il presidente di Unindustria a dire apertamente che “non si possono usare le autorizzazioni ambientali come strumento ideologico per frenare gli investimenti delle imprese”.
AREE DI CRISI COMPLESSE E INFRASTRUTTURE
Tra le richieste contenute nella relazione quella di fare presto sulle aree di crisi complessa di Frosinone e Rieti, come pure il necessario miglioramento viario attorno al polo industriale Pomezia-Aprilia. “Sulle aree di crisi complessa di Frosinone e di Rieti facciamo presto con le graduatorie per i nuovi progetti di investimento: le aspettiamo da 3 anni – ha rimarcato Camilli- nel distretto della ceramica di Civita Castellana come nell’area industriale di Pomezia e Aprilia, principale polo manifatturiero della regione, si opera in un contesto che è ben lontano dalle immagini patinate delle ‘valley’ produttive dell’invidiato made in Italy. Investiamo con convinzione su dotazioni infrastrutturali e servizi alle imprese”.
Non poteva mancare un riferimento esplicito sui problemi infrastrutturali ed i ritardi per la Roma-Latina. “Investiamo con convinzione su dotazioni infrastrutturali e servizi alle imprese – ha sottolineato Camilli- Monitoriamo con attenzione gli 8 miliardi di investimenti del Ministero delle Infrastrutture sulla regione e sulla Capitale, ma facciamo finalmente chiarezza sull’autostrada Roma-Latina attesa da trent’anni. Sulla zona del sisma, dopo la svolta nel 2021, scongiuriamo un nuovo rallentamento per un territorio che non vuole arrendersi, ma che ha terminato il suo credito di fiducia. Nell’idea del Lazio come terra d’impresa, le differenze nelle vocazioni storiche e produttive spariscono: ci sentiamo tutti parte di un unico progetto di crescita dove si va avanti insieme. In questo progetto, il rilancio della Capitale è ovviamente il nostro booster”.
ANAGNI E VALLE DEL SACCO: GLI ANNUNCI DI ZINGARETTI
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, nel corso del suo intervento all’Assemblea generale 2022 di Unindustria, riferendosi al caso dell’azienda farmaceutica che avrebbe deciso di non realizzare il polo vaccinale ad Anagni ha sostanzialmente dato ragione a Camilli. “So che risorse, investimenti non bastano, c’è un nodo che riguarda la burocrazia che colpisce le imprese – ha affermato il governatore- il caso Catalent è stata la conferma più dolorosa ed evidente. Il lavoro davanti a noi è chiaro e richiede scelte. Nel 2013 avevamo 28mila pratiche arretrate proprie sui temi ambientali, oggi siamo a 1000 ma sono ancora troppe”.
Più concreto è l’impegno che il presidente della Regione ha assicurato per la Valle del Sacco. “Occorrono segnali chiari che segnino una nuova fase – ha detto Zingaretti– per questo la scorsa settimana abbiamo avviato un’iniziativa direttamente col presidente del Consiglio Draghi, il ministro Cingolani e tutto il governo: la Regione Lazio ha chiesto la sospensione, eccetto le aree ripariali, del decreto di perimetrazione del Sin del Bacino Valle del Sacco. Un decreto figlio di errori e illusioni che hanno finito nel tempo di bloccare tutto. Una sospensiva non per perdere tempo ma per definire in pochi mesi col territorio un perimetro che garantisca tutela, bonifica e rilancio produttivo. Un equilibrio tra sostenibilità e crescita, come ci chiede l’Europa”.
SUMMIT 2023 SU STATO UNIONE A VENTOTENE
L’isola di Ventotene potrebbe ospitare un summit dell’Unione nel 2023. La proposta è stata avanzata da Angelo Camilli. Un’idea sicuramente suggestiva che darebbe risalto all’isola considerata la patria del Federalismo europeo.
“L’Italia deve riscoprire un sentimento fondativo per un rinnovato corso dell’Unione europea -ha sottolineato il presidente di Unindustria nel corso del suo intervento nell’assemblea generale- quest’anno ricorrono i vent’anni dell’Euro e l’anno prossimo saranno trenta dall’entrata in vigore dei trattati di Maastricht. Due anniversari che meritano celebrazioni e riflessioni significative. Perché non organizzare in Italia un summit sullo stato dell’Unione nel 2023, proprio qui, nel Lazio, a Ventotene, dove Altiero Spinelli concepì il Manifesto che ha ispirato l’Europa del presente?”.
IL RUOLO DI ROMA
Sarà il decennio di Roma. Almeno così la pensa il presidente di Unindustria. “Le opere del Pnrr e gli interventi per il Giubileo del 2025 sono un’armatura favorevole di investimenti pubblici nella Capitale -ha spiegato Camilli- ma occorre lavorare ad un piano di rilancio organico e lungimirante. Con la conferma del Giubileo straordinario del 2033, abbiamo davanti un percorso per tappe che apre quello che può diventare il ‘Decennio di Roma’: una nuova missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui dobbiamo abbandonare la logica del compromesso al ribasso e puntare su scelte distintive”.
Quindi la sfida di Expo 2030. “Il coinvolgimento delle imprese e della cittadinanza sarà fondamentale e l’impegno di Unindustria sarà massimo: entro 60 giorni costituiremo la Fondazione privata di sostegno alla candidatura di Roma. Così come è stato per Milano nel 2015, dietro Roma deve fare quadrato l’Italia”. Ospite dell’assemblea il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che ha ricordato come la grande sfida del Paese “si gioca a Roma e nel Sud Italia”.
Da segnalare un riferimento all’Esposizione universale: “Giusto pensare a un binomio Roma-Odessa per la candidatura di Expo 2030 e tenere così aperta anche una porta a Est dell’Europa”. Un auspicio che potrebbe essere preso in considerazione dal governo.