I 44 miliardi di dollari offerti dall’imprenditore australiano Elon Musk sono stati sufficienti a convincere i vertici di Twitter a cedere l’azienda (pecunia non olet). Entro l’anno dovrebbe arrivare l’ufficialità. Poi, inizieranno i cambiamenti radicali che il CEO di Tesla ha nella capa. Le prime reazioni dividono la politica: i repubblicani yankees e i partito sovranisti del Vecchio e Nuovo Continente esultano mentre i dem di ogni ordine e grado e Carola Rakete (sic!) avvertono sui rischi che correrebbe la democrazia. Per ora di una cosa si può andar certi. Le vestali del sacro fuoco del politically correct si stracciano le vesti perché temono il free speech, vale a dire il dilagare di odio e disinformazione sul social.
Era ovvio che dalla sinistra (globale e illuminata), dai “sinceri democratici” con residenza in zona Ztl piovessero critiche e richieste di boicottaggio di Twitter “perché Musk è un rischio per la libera espressione”. Tra i più esagitati Beppe Severgnini. «Se “free speech” però vuol dire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire (in forma anonima, of course), o di sovvertire la democrazia (come ha provato a fare Trump), allora Twitter non ci interessa più, caro Elon Musk», è stato il suo grido di dolore.
E pensare che, negli anni dell’esplosione dei social media, la sinistra globalista aveva decantato più volte la «libertà dal basso» garantita dalle nuove piattaforme. La retorica, però, ha presto lasciato spazio alla realtà: tra i diritti della «libertà di parola», infatti, c’è anche quello di mandare al diavolo i giornalisti come Severgnini.
Come che sia, agli alti lai dei sacerdoti del mainstream lo stravagante paperone anche stavolta non l’ha mandata a dire e ieri, dal suo stesso social, ha tuonato: “L’estrema sinistra odia tutti, sé stessi compresi”. Che abbia letto le tesi nostrane sull’etno-masochismo europeo? Non lo sappiamo, ma sicuramente centra il punto. La sinistra che lo critica è la stessa che ha reso possibile il mondo in cui viviamo, anche se ancora oggi cerca di mantenere un tono “ribelle” e “rivoluzionario”. Si odiano per aver reso i Muskdella terra così potenti da poterli deridere dalle piattaforme che loro stessi pensavano di monopolizzare? Probabile.