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Il grande caos in casa Lega, Pompeo e le voglie di Fiorletta, la rivoluzione Gualtieri favorisce Astorre presidente della Regione?

Licandro Licantropo
Rumors sempre più insistenti sulla possibilità che Bruno Astorre possa essere il nome che mette d’accordo tutti nel Pd sulla candidatura alla presidenza della Regione. C’è una novità enorme che ha cambiato tutto: il termovalorizzatore di Roma.  
Maggio 6, 2022
Il segretario regionale Dem, senatore Bruno Astorre

Per Francesco Zicchieri la priorità è sbarrare la strada alla conferma di Pasquale Ciacciarelli come consigliere regionale. Per Antonio Pompeo la candidatura alle regionali è un obiettivo, ma viene dopo la vittoria (diretta o indiretta) alle comunali di Ferentino. Vuoi mettere battere Piergianni Fiorletta? Mentre per il senatore Bruno Astorre, segretario del Pd nel Lazio, potrebbe profilarsi una possibilità fino ad oggi non contemplata: la corsa alla presidenza dell’ente della Pisana per il dopo Nicola Zingaretti.

RESA DEI CONTI INEVITABILE NELLA LEGA

Alle riunioni del coordinamento provinciale della Lega (quando si svolgono) ci sono due assenze quasi fisse, quelle dei deputati Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi. Non perché non sono interessati all’azione politica del Carroccio. Anzi. Il motivo ha un nome e cognome: Pasquale Ciacciarelli, consigliere regionale. Zicchieri non sopporta nemmeno l’idea che stia nel suo stesso partito. E ancora meno sopporta la presenza dietro le quinte di Mario Abbruzzese, che formalmente appartiene ad un’altra forza politica, Cambiamo di Giovanni Toti. Zicchieri ha posto più volte la questione, ma nessuno è intervenuto. Non il coordinatore regionale Claudio Durigon, non il responsabile provinciale Nicola Ottaviani. Quest’ultimo resta a guardare. Non soltanto perché concentrato sulle comunali di Frosinone, ma anche perché spera di poter ottenere una chanche alle politiche (obiettivo che rimane complicato e difficile) e quindi non vuole “nemici” interni in questa fase.

Francesco Zicchieri ha deciso la strategia: fare di tutto per candidare alle regionali Francesca Gerardi, magari in ticket con Gianluca Quadrini. Non sarà semplice arrivare prima di Ciacciarelli, ma il deputato pontino intende provarci. Non c’è neppure una possibilità che venga trovata un’intesa. Sullo sfondo però c’è una Lega fortemente indebolita anche in Ciociaria. Il risultato delle provinciali appare ogni giorno di più una vittoria di Pirro. Tre aree diverse e inconciliabili: quella di Ottaviani (rappresentata da Andrea Amata), quella di Ciacciarelli (Luca Zaccari), quella di Zicchieri-Gerardi (Gianluca Quadrini). La Lega è irrimediabilmente divisa e un eventuale sorpasso di Fratelli d’Italia alle comunali di Frosinone potrebbe accelerare un arretramento sul territorio oltre che nel centrodestra.

IL DERBY AL VELENO DI FERENTINO

A Ferentino molto si sta muovendo dietro le quinte. Piergianni Fiorletta sta preparando la candidatura a sindaco. Con Luigi Vittori, Alessandro Rea, ma anche con Domenico Alfieri. Fiorletta è politico esperto, ha già indossato la fascia tricolore. Ha capito che per contrastare il Campo largo Pompeiano deve aggregare in ogni direzione.

Cercando di “pescare” altresì in un centrodestra mai così allo sbando, mai così rassegnato, mai così diviso. Con una parte sempre più vicina alle posizioni di Pompeo. Fiorletta guarda agli… altri scontenti. Ma può trovare alleanze inaspettate.

Per esempio Azione di Carlo Calenda: Luciano Gatti e Antonello Antonellis dappertutto sognano lo sgambetto al Pd. In primis alle comunali di Frosinone. Tra Antonio Pompeo e Piergianni Fiorletta il feeling non c’è mai stato e l’uscita di scena di Francesco Scalia ha fatto emergere soltanto le frizioni. Pure qui si va verso una resa dei conti. Ma ad oggi, Pompeo più degli altri, sembra padrone del proprio destino.

E ALLA FINE ARRIVA ASTORRE

Rumors sempre più insistenti sulla possibilità che Bruno Astorre possa essere il nome che mette d’accordo tutti nel Pd sulla candidatura alla presidenza della Regione. C’è una novità enorme che ha cambiato tutto: il termovalorizzatore di Roma.  

I poteri speciali, da commissario, attribuiti al sindaco Roberto Gualtieri hanno una  conseguenza financo sul versante della Regione Lazio: i Dem non possono scegliere un candidato per il dopo Zingaretti non gradito al primo cittadino della Capitale. E’ anche per questo che l’assessore alla sanità Alessio D’Amato (vicino a Gualtieri e a Zingaretti) l’altro ieri è uscito allo scoperto dicendosi disponibile a partecipare alle primarie, qualora si celebrassero. I nomi però sono tanti, perfino troppi: il vicepresidente della Regione Daniele Leodori, l’attuale presidente dell’Isma Enrico Gasbarra, ex ministre come Marianna Madia e Beatrice Lorenzin.

Nel Pd romano e laziale si vede già una forte competizione tra la corrente di Dario Franceschini (che punta su Leodori) e l’area più di sinistra in questi anni dominante con Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini, Claudio Mancini. Il nome di D’Amato ha una sua logica. E se Enrico Gasbarra può diventare un elemento di sintesi, più di lui potrebbe esserlo il segretario regionale Bruno Astorre. Il quale, dopo l’annuncio di Alessio D’Amato, ha detto: “Alessio è uno dei profili di alto livello che possiamo mettere in campo: la scelta poi spetterà a tutto il popolo del centrosinistra”.

Nel linguaggio della politica vuol dire: “poi vediamo”. Non è affatto detto che si facciano le primarie. Inoltre gli effetti dell’ operazione termovalorizzatore a Roma minacciano di far saltare l’asse con i Cinque Stelle faticosamente costruito da Zingaretti. Bruno Astorre sostiene la candidatura di Daniele Leodori, ma per come si stanno mettendo le cose Enrico Letta e Dario Franceschini potrebbero chiedere proprio a lui di guidare il centrosinistra alle regionali. Dire di no sarebbe impossibile.

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