E così anche il Pci di Zagarolo mi casca sulla Z. Prima di procedere nell’amena narrazione, breve spiegazione del controverso significato di questa apparentemente innocua lettera finita suo malgrado nell’occhio del ciclone causa conflitto russo ucraino. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella secondo cui la Z, lettera latina che non esiste nell’alfabeto cirillico, starebbe per Za pobedu, ossia ‘Per la vittoria’. Secondo un’altra teoria Z sarebbe l’abbreviazione di Zapad, ossia ‘Ovest’, l’obiettivo dell’operazione di ‘denazificazione’ di Putin.
E ora torniamo a bomba e cioè alle polemiche scoppiate dopo che la sezione romana Monti Prenestini-Casilina ‘Aldo Bernardini’ del Partito comunista italiano, in vista della ‘Festa della vittoria dell’Unione sovietica contro il nazifascismo‘ a Zagarolo, nel manifesto in cui si annuncia urbi et orbi la grigliata dei compagni, ha stilizzato graficamente la ‘Z‘ del nome del comune rendendola terribilmente identica a quella usata delle unità militari russe (date un’occhiata al manifesto e poi ci dite). Sul volantino pubblicitario si specifica, altresì, che l’evento previsto per l’8 maggio prevede la visita al Cimitero di Palestrina al Sacrario dei Partigiani Sovietici sui Monti Prenestini. Dopodiché, i partecipanti saranno invitato a intervenire in un dibattito a tema, “onorando la Grande Guerra Patriottica dell’Unione Sovietica che ha portato alla Liberazione d’Europa dalla Bestia Fascista“.
C’è qualcuno, però, anzi più di qualcuno a Zagarolo al quale quella Z ha fatto girare i cabasisi. L’interpretazione più diffusa in città è che si tratti della dimostrazione graficamente plastica della vicinanza dei compagni locali alle fregole belliciste dello zar di tutte le Russie.
I primi ad aver preso le distanze dalla Z e da chi l’ha tracciata sono quelli dell’amministrazione comunale (di centrosinistra). “Il comune di Zagarolo si dissocia da ogni tipo di iniziativa che possa accomunare il nome della città all’attuale guerra in Ucraina o all’azione militare lanciata dalla Russia”
“Provo vergogna che in un comune della Città Metropolitana di Roma Capitale si possano consentire ancora questi attentati alla democrazia” ha infierito dal canto suo Marco Silvestrini, deputato di Fratelli d’Italia. Qualcuno su Facebook c’è andato giù duro: “sempre più in basso”, “siete vergognosi”, “che schifo” i commenti più eleganti. Botte da orbi anche tra compagni: al post di un signore seguace o nostalgico di Bettino Craxi che invita gli staliniani de noantri “a vergognarsi specie per quella zeta” i partigiani del Pci – Monti Prenestini Casilina hanno replicato con un perentorio: “Non prendiamo lezioni dai socialisti”. Ortodossi vs deviazionisti. A questo punto non resta che invitare al ritorno alla calma proponendo il seguente compromesso: facciamo finta che quella Z è il simbolo di Zorro e buone salamelle a tutti.