Un’interpellanza urgente al Governo per la gestione del Sin della Valle del Sacco al fine di tutelare gli investimenti industriali dopo il caso Catalent. L’hanno presentata nei giorni scorsi i deputati del Pd, Angela Ianaro, Beatrice Lorenzin ed Elena Carnevali ricostruendo la vicenda che ha visto la multinazionale farmaceutica Catalent rinunciare ad investire diverse decine di milioni di euro in Ciociaria a seguito dei ritardi e degli ostacoli posti dai ministeri interessati al rilascio delle necessarie autorizzazioni, tanto da spingere il governatore Nicola Zingaretti a chiedere formalmente all’esecutivo di revocare la perpetrazione del sito d’interesse nazionale.
Le tre deputate ricordano come, nel luglio 2021, la multinazionale farmaceutica Catalent abbia annunciato un progetto di espansione del suo stabilimento di Anagni, prevedendo l’installazione di due bioreattori.
L’investimento, pari a 100 milioni di dollari, era volto alla produzione, dal 2023, di composti farmaceutici alla base di alcuni medicinali biologici, inclusi i vaccini contro il COVID-19 e le terapie con anticorpi monoclonali, nonché alla realizzazione di un centro di ricerca d’eccellenza per la formazione di alte professionalità nel mondo dell’industria del farmaco, in collaborazione con le università di Cassino e
Roma; ad aprile 2022, però, il Cda di Catalent ha deciso di abbandonare il progetto di Anagni, a causa di lungaggini burocratiche e dei tempi eccessivamente lunghi per il rilascio delle autorizzazioni all’installazione delle nuove apparecchiature, spostando il relativo investimento nel Regno Unito.
Proprio la presenza del sito nel Sin Valle del Sacco ha rappresentato la difficoltà principale visto che l’area è interessata da una contaminazione delle matrici ambientali da diverse fonti di inquinamento e che deve essere sottoposta ad indagini ambientali e ad interventi di bonifica, condizioni da cui derivano vincoli stringenti per l’autorizzazione delle procedure.
Inoltre, dopo mesi di attesa per l’azienda farmaceutica per il rilascio delle autorizzazioni ambientali, il 13 aprile, dietro richiesta di chiarimento da parte del Ministero della transizione ecologica, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA), in una sua comunicazione, ha dichiarato il sito non inquinato quanto a suolo e sottosuolo, rilevando la sola contaminazione della falda acquifera sottostante.
Le deputate evidenziano anche come: “l’investimento della multinazionale avrebbe rappresentato un progetto di rilevanza internazionale di ricerca, produzione biofarmacologica e occupazione altamente qualificata, un’opportunità capace di valorizzare un comparto economico e scientifico estremamente strategico” e chiedono al governo “quali iniziative intenda adottare per semplificare e accelerare i processi autorizzativi del Sin della Valle del Sacco, nel rispetto della salvaguardia ambientale,
affinché non si perdano investimenti strategici per il sistema produttivo, come quello dell’azienda Catalent e come il Governo intenda sostenere gli investimenti nella farmaceutica orientati a ricerca, sperimentazione e produzione di prodotti altamente innovativi, nell’ottica di definizione di una strategia farmaceutica nazionale”.