Completato il programma dei sedicesimi di finale al Foro Italico, che si appresta a vivere le sue giornate agonisticamente più intense, con i big di fronte, in match dal pronostico incertissimo. La giornata di ieri aveva nel derby generazionale a tinte tricolori il suo appuntamento più atteso. Solo a sprazzi Jannik Sinner e Fabio Fognini hanno saputo divertire il pubblico che ha gremito il campo centrale. Match nervoso, sentito, con cali di tensione ora dell’uno e ora dell’altro e con livello finalmente salito solo nel terzo set. Il più esperto ligure, vicino ai 35 anni, ha patito l’approccio in modo evidente, lasciando praticamente via libera al giovanissimo avversario e cedendo un primo set davvero mal giocato.
A Jannik è bastato il minimo sindacale (leggi palla spedita nel campo opposto senza troppe alchimie tattiche) per chiudere 6/2 in poco più di mezz’ora. Nel secondo parziale il Fabio troppo brutto per essere vero ha finalmente lasciato il testimone al giocatore capace di accelerazioni improvvise e di cambi di gioco, favoriti da una manualità non comune. Sinner, che forse pensava di poter archiviare una vittoria tra le più agevoli della sua carriera da professionista, è rimasto sorpreso e non ha trovato nell’immediato risposte convincenti. Falloso al servizio, poco incisivo nei colpi di rimbalzo, ha visto l’avversario filare via sul 3/1, spaccare la racchetta di giornata in occasione del controbreak subito al quinto gioco, per poi tornare a comandare fino al definitivo 6/3. A questo punto i due tennisti italiani hanno finalmente mostrato, in “sospirata” contestualità, le loro virtù tennistiche e i primi tre giochi del terzo set sono stati davvero apprezzabili dal punto di vista tecnico. Scambi lunghi chiusi sempre da vincenti, ora dell’uno ora dell’altro. Al quarto gioco Sinner ha fatto la voce grossa, uscendo per primo dalla diagonale del rovescio con “dritti a sventaglio” impressionanti e filando via nel punteggio. Sul 4/1, però, l’altoatesino ha ripreso a pasticciare e a Fognini non è parso vero di tornare in partita con un break a zero. L’ottavo gioco ha riproposto però un Sinner concentrato e terribilmente incisivo e per Fognini la resa è stata inevitabile. Negli ottavi Jannik, che con i punti della vittoria di ieri ha scavalcato Hurkacz al dodicesimo posto del ranking mondiale, avrà Krajinovic, giustiziere di Rublev, ma obiettivamente avversario perfetto per questa fase del torneo. Nel tabellone maschile non ci sono stati risultati particolarmente sorprendenti, ma certamente sono contro pronostico le vittorie di Brooksby su Goffin, vista la diversa adattabilità alla terra rossa e, ancor più, quella di Giron su Schwartzman.
Il tennista statunitense era stato eliminato nell’ultimo turno di qualificazione, ma poi rientrato in tabellone per via di un paio di forfait, ha saputo estromettere dalla competizione prima Bublik e poi addirittura Schwartzman, che del rosso è un autorevole specialista. Straordinari per Tsitsipas, che il redivivo Dimitrov ha portato sull’orlo del baratro. Alla fine però il greco è riuscito ad imporsi nel tiebreak del terzo set. Esordio senza patemi per Nadal, che stavolta ha imbrigliato la potenza di Isner, chiudendo il confronto in due set. Le sorprese più grandi sono arrivate dal tabellone del singolare femminile, ormai privo di tenniste azzurre. Hanno infatti perso due ex numero uno del mondo. A togliere di scena Garbine Muguruza è stata una solidissima Putintseva, letteralmente scatenata nel terzo e decisivo set.
A cancellare dalla rassegna romana Karolina Pliskova è stata invece Jil Teichmann, vittoriosa anch’ella al terzo set. Desta una certa sensazione anche la sconfitta di Annette Kontaveit, lettone, annichilita da una Petra Martic in gran spolvero. Oggi il sole di Roma bacerà gli ottavi di finale, con Nadal-Shapovalov, Swiatek-Azarenka e Pegula-Sabalenka match di maggior richiamo.