La bonifica della Valle del Sacco è un’emergenza nazionale su cui, purtroppo, si consuma da tempo il solito teatrino della politica con annunci, accelerazioni, progetti, iniziative, e poi, a stringere, tutti ad aspettare davanti al solito nulla di fatto. Industrie che vanno via e spostano altrove impianti e investimenti; enti e politici che tornano sui propri passi per rivedere decisioni, vincoli e strategie. Sono anni che si parla, ma anni che non si concretizza nulla.
Adesso, però, per tantissimi proprietari dei terreni contaminati, ricadenti nel Sin (Sito d’interesse nazionale) della Valle del Sacco, c’è una possibilità in più. Un’occasione da valutare positivamente e che può consentire, fin da subito, di rendere i terreni, agricoli o industriali che siano e su cui, al momento è vietata qualsiasi attività per la presenza degli inquinanti, immediatamente redditizi. Infatti, sui quei terreni è possibile l’installazione di parchi fotovoltaici, è possibile, cioè, mettere a disposizione le aree agricole o industriali in questione per la realizzazione di impianti di produzione d’energia elettrica solare, potendo così ricevere fin da subito un compenso per l’impiego del terreno che altrimenti è destinato a restare improduttivo per diverse decine di anni.
Un terreno agricolo inquinato non può essere usato finché la natura non lo rigenera. Questo può voler dire decenni di abbandono. Affittando quei terreni alle ditte specializzate per l’installazione di pannelli fotovoltaici si può, invece, creare valore immediato, economico e ambientale, per i proprietari e la comunità, in attesa che le arre riacquisiscano le loro potenzialità.
Una risorsa di cui anche il governo Draghi si è fatto promotore, tanto da aver previsto con il decreto Cingolani agevolazioni e una forte deregulation per facilitare il rilascio di tutte le necessarie autorizzazioni all’impianto dei pannelli fotovoltaici, affinché le solite resistenze pseudo ambientali e politico-convenienti, non possano attecchire.
Una soluzione che appare doppiamente utile al territorio e alla sua economia, perché da una parte rende produttivi aree e terreni che altrimenti resterebbero inutilizzabili per decenni; dall’altra consente la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, contribuendo alla migliore risposta possibile alla crisi energetica, già in atto da anni e che particolarmente si è acuita negli ultimi mesi con il conflitto bellico tra Russia e Ucraina.
Dell’opportunità è assolutamente convinto il vice-presidente di Confimprese, Lino Perrone: “La realizzazione di parchi fotovoltaici nei terreni compresi in area Sin è una straordinaria opportunità. Risolve contemporaneamente due problemi: quello di consentire ai terreni di rigenerarsi e offre ai proprietari degli stessi l’opportunità di ricavare reddito da investire sullo sviluppo delle proprie aziende. Senza parlare poi del contributo che si riesce a dare al fabbisogno energetico nazionale attraverso la creazione di energia senza inquinare l’ambiente”
Anche se i lacciuoli della burocrazia costituiscono sempre uno spauracchio…
“Certo che se dopo tutti i problemi e le ansie che abbiamo per gli approvvigionamenti energetici, dopo la sburocratizzazione diventata legge con il decreto Cingolani il problema sono ancora le autorizzazioni e le attese infinite per averle o le titubanze degli enti locali questo Paese probabilmente non ha ancora imparato le lezioni. Della storia e purtroppo dell’attualità”
Anche tra i comuni l’opportunità offerta dal fotovoltaico viene vista con favore.
L’assessorato all’ambiente del Comune di Ceccano guidato da Riccardo Del Brocco ha firmato un protocollo d’intesa con Coldiretti.
“Sappiamo bene che avere un terreno sottratto alla coltivazione – afferma Del Brocco – è un grande problema per i proprietari. Per questo, con Coldiretti, abbiamo firmato un protocollo che prevede di indirizzare su questi terreni del Sin gli investimenti delle società che si stanno dedicando alla produzione di energie rinnovabili. Cercando come Comune, in ossequio alle norme del decreto Cingolani, di non ostacolare l’iter autorizzativo. Conosciamo bene – conclude Del Brocco – la necessità che abbiamo come paese di aumentare la produzione di energia pulita. Come Comune e come responsabile dell’ambiente continueremo a muoverci in questo modo”
La costruzione di campi fotovoltaici è a impatto zero. Non c’è alcuna conseguenza sull’ambiente. Zero inquinamento e si dà vita ad un circolo virtuoso che consente la produzione di elettricità che alleggerisce il prezzo ambientale pagato salatamente, invece, da centrali a carbone o nucleari, garantendo ai proprietari di terreni, che altrimenti reitererebbero infruttuosi, la giusta remunerazione.