Non c’è nulla da festeggiare. Insorgono i medici di famiglia che denunciano una medicina territoriale sistemata in ultima fila senza adeguate risorse, la profonda crisi e le immense difficoltà della sanità italiana.
Ieri si è celebrato, in tutto il mondo, il Family Doctor Day che Wonca, promosso dall’organizzazione mondiale dei medici di famiglia e patrocinato, in Italia, da Ministero della Salute. Contro l’iniziativa si è schierato però il Sindacato autonomo dei medici italiani (Snami) che, con l’occasione, ha stigmatizzato la scarsa attenzione verso quella che dovrebbe essere la sanità pubblica universalistica.
I circa 45mila medici di famiglia e i 7.500 pediatri di base forniscono annualmente oltre 300 milioni di visite mediche in studio e 43 milioni di visite domiciliari; più di 410 milioni di accessi agli studi per rinnovo ricette, certificazioni e pratiche burocratiche e 350 milioni di contatti telefonici diretti con il medico: “Chi ha performances migliori delle nostre? Cosa dovremmo festeggiare? Il fatto che nella sostanza ci stanno segando?” si è sfogato Gianfranco Breccia, segretario nazionale Snami.
”Non vedo come si possa festeggiare una medicina territoriale che hanno sistemato in ultima fila senza le adeguate risorse economiche, riducendo i Medici di Medicina Generale a dei burocrati con le mezze maniche nere, schiacciati da incombenze inutili ed asfissianti non mediche e mettendo al palo il comparto di un sistema sanitario che ormai è ai margini dell’Europa” ha detto Angelo Testa, presidente nazionale Snami.
Il vicepresidente Domenico Salvago, ha aggiunto: “L’agenda della ripresa che il nostro sindacato propone vede come priorità quella di aumentare il compenso professionale ai Medici anche per rendere desiderabile e più attrattiva per i giovani la professione sanitaria e aumentare gli organici evitando che i Medici scappino dalla loro missione cogliendo la prima finestra pensionistica”
L’appello del sindacato alle istituzioni e alla politica è chiaro: “Aprire subito un serio tavolo di confronto, evitando soluzioni fantasiose estratte dal cilindro e prendendo atto che ogni giorno che passa la possibilità concreta a porre rimedio a questa calamità è sempre meno probabile . Al momento la festa è, obtorto collo, rimandata a tempi migliori!”.