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Studio Ania, contro alluvioni e terremoti assicurate solo 5 case su cento. Lazio al primo posto come abitazioni protette da polizza

Alberto Fraja
Nonostante i rischi idrogeologici e sismici che caratterizzano il nostro Paese e che sono drammaticamente sulle prime pagine dei quotidiani delle ultime settimane, sono ancora poco numerose le famiglie che scelgono di stipulare una polizza casa che preveda la copertura per il rischio di calamità naturali.
Maggio 20, 2022

Inutile illudersi. Con le calamità naturali occorre fare i conti. Siamo condannati a convivere con terremoti e alluvioni (grattattevi), soprattutto quando si parla d’Italia, una dei paesi più fragili da questo punto di vista. Una forma di difesa preventiva potrebbe essere quella di assicurare la propria abitazione. Tanto più che da quattro anni questo genere di polizze assicura un beneficio fiscale. Il problema è che in troppi continuano a credere (idea campata in aria) che in caso di catastrofe sia lo Stato a pagare tutti gli oneri.

Sì, campa cavallo. Insomma. Nonostante i rischi idrogeologici e sismici che caratterizzano il nostro Paese e che sono drammaticamente sulle prime pagine dei quotidiani delle ultime settimane, sono ancora poco numerose le famiglie che scelgono di stipulare una polizza casa che preveda la copertura per il rischio di calamità naturali. Secondo una recente indagine dell’Ania (Associazione Nazionale delle Imprese di Assicurazione), nonostante il 75% delle abitazioni italiane sia esposto al verificarsi di un evento di questo tipo, poco più del 3% sarebbe coperto da una polizza specifica.
Ma non solo: la distribuzione percentuale delle abitazioni (così come vengono rilevate dall’ISTAT) evidenzia un’elevata concentrazione proprio nelle zone classificate ad alto rischio.In particolare, per quanto riguarda il rischio sismico, risulta che circa il 37% delle abitazioni civili è situato nelle zone a più alta pericolosità; questa percentuale sale poi a quasi il 50% quando si considera il rischio alluvionale.Peraltro, dai dati elaborati dall’Associazione, risulta che il 75% delle stesse abitazioni è esposto ad almeno uno dei due rischi analizzati a causa dell’estrema vulnerabilità del nostro territorio.
Al 31 marzo di quest’anno erano attive oltre 826 mila polizze con l’estensione alle catastrofi naturali, ottenute come somma delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto (458 mila), del rischio alluvione (196 mila) e di entrambe le calamità (172 mila), sul totale delle abitazioni censite da ISTAT che ammontano a 31,2 milioni.

Rispetto a quanto rilevato nel settembre del 2016, a distanza solamente di due anni e mezzo, il numero di polizze che presentano un’estensione al solo rischio terremoto sono più che raddoppiate (141%), mentre quelle che hanno la copertura per entrambi i rischi alluvione e terremoto sono quasi triplicate (175%); la diffusione di queste polizze è tuttavia ancora molto contenuta ed è pari al 3,2% (era il 2,5% nel 2018 e il 2,0% nel 2016).Il lieve aumento di questa percentuale evidenzia come stia crescendo la consapevolezza dei privati circa la necessità di proteggersi dai rischi.
Le unità abitative assicurate sono per la maggior parte situate nel Nord Italia e in Lombardia, dove si concentra quasi il 30% del totale; circa il 10% è situato in Veneto, in Piemonte e in Emilia-Romagna, mentre poco oltre l’8% è in Toscana.Tra il 4% e il 5% delle abitazioni assicurate si ritrovano, invece, in Trentino-Alto Adige e in Liguria, mentre non si supera il 2% in Friuli-Venezia Giulia.

Per quanto riguarda il Centro-Sud, il Lazio è la regione dove si concentrano maggiormente le abitazioni assicurate, anche se la percentuale è appena superiore al 7%.Se si esclude poi la Campania con il 3,5%, in tutte le altre regioni del Sud la presenza di abitazioni assicurate non supera quasi mai l’1%, ad eccezione della Puglia e della Sicilia dove mediamente si arriva al 2%

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