Innovazione, sostenibilità ambientale e comunità energetiche sono le parole chiave al centro di questa rivoluzione che ha per protagonisti anche i piccoli borghi sotto i 5mila abitanti. A parlar chiaro sono i numeri e le storie raccolti da Legambiente e Kyoto Club in occasione della presentazione di Voler Bene all’Italia 2022, la festa nazionale dei borghi in programma dal 2 al 5 giugno nella Penisola, e che testimoniano il cambiamento energetico in atto: 38 i piccoli comuni italiani 100% rinnovabili che grazie al mix delle fonti rinnovabili riescono a produrre più energia elettrica e termica di quella consumata dalle famiglie residenti.
Sono 2.271 quelli 100% elettrici, dove la produzione elettrica da rinnovabili supera i fabbisogni delle famiglie residenti. E poi ci sono quei territori la cui produzione di energia da fonti rinnovabili varia tra il 50% e il 99%. In questo contesto, dalla Penisola arrivano anche gli esempi di chi ha già realizzato una comunità energetica rinnovabile con il duplice obiettivo di efficientare i consumi e autoprodurre energia come ha fatto il comune di Ferla, in provincia di Siracusa, il primo in Sicilia, o quello di Biccari, in Puglia nell’entroterra nel cuore dei Monti Dauni, e poi ci sono quelli che in cui la comunità energetica sta partendo proprio in questi giorni come accade ad esempio nel comune sardo di Serrenti.
Per il Lazio c’è Farnese, delizioso borgo in provincia di Viterbo. A loro e ai piccoli comuni laboratori di innovazione, Legambiente dedica la 19esima edizione di Voler Bene all’Italia che quest’anno avrà come tema centrale quello delle comunità energetiche rinnovabili (CER), in un anno cruciale per i borghi sotto i 5mila abitanti che attendono l’attuazione della normativa legata alle CER e l’attivazione del fondo da 2,2 miliardi di euro del PNRR destinato allo sviluppo di comunità energetiche in questi territori.
Le comunità energetiche, introdotte giuridicamente in Italia nel 2020 con l’art 42 bis del Decreto Milleproroghe, rendono finalmente possibile nel nostro Paese lo scambio comunitario di energia rinnovabile, determinando un cambio di paradigma nella generazione energetica e distribuendo in queste realtà importanti vantaggi economici, sociali e ambientali diffusi. Parliamo di un nuovo modello di produrre e distribuire energia che fa a meno delle fonti fossili, in un’ottica di partecipazione democratica tra cittadini, imprese, istituzioni.