La peste suina sta facendo danni. Naturale che le aziende che hanno la sventura di operare nella cosiddetta zona rosa chiedano ristoro degni del nome. A questo proposito richieste circostanziate arrivano dalla Mia
“A fronte delle iniziative adottate per il contenimento dell’infezione da PSA, che riguardano il blocco delle movimentazioni animali e foraggiere, determinando di fatto il fermo dell’attività agricola, la richiesta della Cia del Lazio è stata precisa e circostanziata – si legge in un comunicato a firma del presidente regionale della Cia Lazio Argeo Perfili, -. Bisogna adottare delibere che contemplino gli adeguati ristori per i danni economici che le aziende ricadenti nelle zone rosse e limitrofe stanno subendo. Inoltre va accorciato il periodo di 90 giorni di divieto di movimentazione del fieno al di fuori della zona rossa. Un’azienda che rimane ferma per mesi e non riceve alcun indennizzo per la mancata attività è una azienda che chiude. A questo dovrebbero arrivarci tutti.
“Prendiamo atto dell’impegno delle istituzioni regionali sui provvedimenti che verranno presi a favore delle aziende agricole – continua il comunicato -. Auspichiamo, ha proseguito che la Regione prosegua su questo percorso di concertazione in cui, lo abbiamo detto più volte, la rappresentanza agricola deve essere sempre inclusa. Sappiamo cosa vuol dire prevenzione e agiamo nel rispetto di tutte le ordinanze.
La questione per la regione è di porre un argine alle crescenti difficoltà e definire gli aspetti economici per evitare la chiusura di aziende agricole in territori già duramente provati da crisi economica e mercati”.