Non accenna a placarsi a Rieti la polemica sul busto dedicato a Bettino Craxi. L’opera, scoperta ieri, è stata fortemente voluta dal sindaco della città, Antonio Cicchetti di Forza Italia. Alla inaugurazione hanno partecipato anche i figli dello statista milanese scomparso ventidue anni fa in Tunisia, Stefania e Bobo. All’ex presidente del consiglio il primo cittadino reatino aveva già dedicato una piazza. “Ora ho completato l’opera” ha detto Cicchetti all’Agi. “Non mi importa delle polemiche. Vent’anni fa non ce ne furono soprattutto perché quelli tutti quelli di sinistra speravano di catturare voti socialisti”.
C’è da rimarcare un fatto. Sotto il busto di Bettino Craxi, sicuramente uno dei più grandi politici italiani del secondo dopoguerra, è stata incisa questa scritta: “Allo statista Bettino Craxi. A ricordo della “notte di Sigonella” quando, con fermezza di carattere e tempestività di decisioni, dimostrò spiccato senso patriottico. E ricorda al mondo intero che si può essere alleati di qualcuno senza diventarne sudditi”.
Un’allusione neanche troppo velata ai fanatici atlantisti la cui militanza è rinvenibile trasversalmente in tutti i partiti dell’arco costituzionale, Lega esclusa probabilmente.
L’ex ministro Claudio Signorile, a lungo compagno di partito di Craxi, ha salutato l’iniziativa ricordando che il busto è un “giusto riconoscimento all’uomo di Stato, non al politico. E come tale, è più che meritata, per la visione ampia e ricca che Craxi aveva del Mediterraneo e del ruolo che l’Italia ha e dovrebbe avere in questa area cruciale”.
“Con il passare degli anni si intensificano i segnali di una certa presa d’atto che si tratta di una storia che non può essere cancellata” ha commentato Stefania Craxi, fresca di nomina al vertice alla commissione Esteri del Senato.
Dal canto suo Roberto Giuliano, segretario dell’associazione Amici del garofano rosso ha sottolineato come “la scelta di individuare il 2 Giugno, festa della Repubblica come data per l’inaugurazione del busto, è un riconoscimento posto all’uomo, al socialista, allo statista che è stato perseguitato ingiustamente da certa magistratura politicizzata, da forze politiche complici sedicenti democratiche e dal combinato disposto dei media con i poteri finanziari nazionali per svendere le aziende pubbliche”