Mancano tre giorni al voto per le comunali di Frosinone, Viterbo e Rieti, unanimemente considerate un test politico fondamentale per le regionali, in programma tra un anno. Ma ieri proprio le candidature alla presidenza del Lazio hanno oscurato qualunque altro tipo di ragionamento. Si stanno muovendo i pesi massimi: Daniele Leodori e Alessio D’Amato allo scoperto, Enrico Gasbarra dietro le quinte. Tutto questo nel Partito Democratico. Mentre nel centrodestra è tornato alla ribalta il nome, pesantissimo, di Claudio Fazzone.
CHIAMATELO… METODO LEODORI
“Mi candido alle primarie, darò il mio contributo insieme a tanti amministratori, personalità e gente comune che hanno scelto di fare questo percorso insieme a me. Sono a disposizione per aiutare la coalizione a individuare la strada per essere competitiva”. Lo stile del vicepresidente della Regione Daniele Leodori è questo: quasi ecclesiastico, ecumenico. Ma il significato politico è “forte e chiaro”, per usare lo slogan di Memmo Marzi: Leodori si candida alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione Lazio. Lo ha annunciato nel pomeriggio di ieri allo Chalet del Laghetto all’Eur. “Il coraggio di dire io”: ha usato una frase di Søren Kierkegaard per introdurre la conclusione del suo intervento, quando ha annunciato la sua partecipazione alle primarie.
Per capire la portata politica dell’operazione era necessario dare uno sguardo alla platea. C’era molto del Pd di Roma e provincia mentre il Movimento Cinque Stelle era rappresentato dal vicepresidente del consiglio regionale Devid Porrello e dall’assessore Valentina Corrado. Impossibile non notare Valentina Grippo, consigliera e segretario regionale di Azione. Apriamo una parentesi: Carlo Calenda nei mesi scorsi si era sbilanciato per Alessio D’Amato. Ieri il partito era in prima fila alla convention di Leodori. Nel linguaggio della politica, soprattutto romana, il messaggio che passa è evidente. Presenti pure esponenti dei Verdi, di Italia Viva, di Articolo 1, di Sinistra Civica Ecologista. Oltre a Marta Bonafoni (Lista Zingaretti) e Paolo Ciani (segretario nazionale di Demos).

A rappresentare la Ciociaria, Francesco De Angelis e Mauro Buschini. Vicini. In prima fila. Un Campo larghissimo insomma. Daniele Leodori ha affermato: “La coalizione dovrà essere la più ampia possibile, inclusiva e partecipata per provare a individuare la persona che col metodo delle primarie dovrà guidarla”. Cioè non si prescinde dalle primarie. Ha aggiunto: “Io in quel percorso ci sarò, con le mie caratteristiche costruttive, di pacatezza, equilibrio e con convinzione per apportare un contributo importante. Le primarie non sono un pericolo, saranno inclusive. Anche perché di primarie con personalità importanti ce ne sono state in passato e non mi sembra che abbiano portato momenti di tensione particolare”.
Daniele Leodori ha individuato un metodo (termine utilizzato più volte): tenere fuori dalle regionali le divisioni nazionali, puntando sulla costruzione di un programma che marginalizzi le distanze politiche. E’ l’unica maniera per cercare di tenere insieme Cinque Stelle, Azione e Italia Viva. Immediato l’endorsement del presidente del consiglio regionale Marco Vincenzi: “Daniele è un amministratore preparato, competente ed appassionato. E’ stato presidente del consiglio regionale per oltre cinque anni, nel corso dei quali ha dato impulso decisivo per restituire prestigio e credibilità alla nostra istituzione”. Prima di cominciare si era tolto la giacca e rimboccato le maniche della camicia bianca. Vero, era caldo. Ma nel gesto c’è quasi tutto del metodo… Leodori. Presidente operaio.
I MESSAGGI A GASBARRA E D’AMATO
Daniele Leodori sa benissimo che l’ipotesi Enrico Gasbarra rimane una possibilità forte e concreta. Però ha voluto mettere un paletto difficile da togliere: le primarie dovranno celebrarsi. Allargate, a tutto il centrosinistra. Lo ha rimarcato con determinazione per contrastare la “vulgata” imperante secondo la quale se scende in campo Gasbarra, le primarie non servono. Leodori ha ribaltato completamente la prospettiva e non tornerà indietro. Non dopo la manifestazione di autorevolezza che ha offerto con la partecipazione di tutte le forze politiche del centrosinistra. In Ciociaria con Leodori sono schierati il presidente del Consorzio industriale regionale Francesco De Angelis e il consigliere Mauro Buschini. Mentre Sara Battisti (che non c’era) sta ragionando sul da farsi. Probabilmente aspetta di capire se e come si muoverà Gasbarra.
Nelle stesse ore Alessio D’Amato era a Frosinone: dopo aver presentato e “benedetto” l’insediamento del nuovo direttore generale della Asl Angelo Aliquò, ha partecipato ad un evento politico a sostegno della candidatura a sindaco di Domenico Marzi. D’Amato sta puntando tutto sulla gestione della sanità laziale, specialmente della pandemia. Autorevoli sondaggi lo danno davanti, anche a Leodori e Gasbarra. Sarebbe l’unico, secondo le rilevazioni di Euromedia Research, a battere alcuni possibili candidati del centrodestra. Ma tutto questo non basta, perché anche lui dovrà prima vincere le primarie, alle quali ha annunciato in tempi non sospetti di voler partecipare. Non può tornare indietro ed è per questo che Daniele Leodori ha insistito. Il vicepresidente della Regione non ha sbagliato nulla ieri all’Eur.
NEL CENTRODESTRA IDEA FAZZONE
Il ragionamento politico è quello pubblicato dal quotidiano La Repubblica: “Il centrodestra osserva e intanto pare accelerare. Fratelli d’Italia punta la Sicilia, la Lega vuole dire la sua in Lombardia. Nel Lazio, allora, può spuntarla Forza Italia. I nomi? Circolano quelli dei deputati Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. Ma avanti a tutti pare il senatore pontino Claudio Fazzone… Le suggestioni Guido Bertolaso e Massimo Giletti dovrebbero restare tali”. C’è un senso politico ma pure una considerazione tattica sull’eventualità che sia il coordinatore regionale di Forza Italia a concorrere.
Claudio Fazzone può spostare almeno cinquantamila voti, forse anche di più. Con Leodori si è incontrato diverse volte, una anche a Frosinone: non avrebbe problemi a sostenerlo se il centrodestra dovesse ancora una volta ridursi all’ultimo istante utile e a gettare nella mischia un candidato non di primo piano. E’ già successo, sia nel Lazio che alle comunali di Roma. I malumori di Fazzone sono noti: il senatore di Fondi non si lascerà logorare dalla melina, neppure se dovesse farla Antonio Tajani. Per tenerlo all’interno della coalizione di centrodestra non c’è altro modo che candidarlo alla presidenza. Però non sarà semplice: nella Lega, dopo quanto successo a Latina, in diversi vedono Fazzone come fumo negli occhi. Fratelli d’Italia nel Lazio è la prima forza politica.
Giorgia Meloni sa che toccherà a lei dare le carte. Bisognerà vedere come si comporranno gli equilibri nazionali e le candidature nelle altre Regioni. Una cosa è certa comunque: i destini politici di Daniele Leodori e Claudio Fazzone sono destinati ad incrociarsi. Da avversari o da alleati. Non è proprio una sottigliezza.