Donne al top anche nell’agricoltura. Soprattutto quella praticata nelle zone più impervie dell’accidentato territorio italiano. Un nuovo, meritato primato che Confagricoltura Donna in occasione dei dieci anni dalla fondazione ha voluto celebrare attraverso un incontro sulle “Aree rurali disagiate: il futuro è Donna”, nella Sala Refettorio della Camera dei Deputati, a cui ha partecipato un ampio parterre di rappresentanti del mondo universitario, politico ed istituzionale. Con il supporto dell’analisi del Centro Studi di Confagricoltura, ha presentato uno studio in cui emerge, accanto alla forte propensione all’innovazione delle aziende condotte al femminile, la fisiologica diminuzione delle aziende meno strutturate.
Al decennale di Confagricoltura Donna hanno portato la loro testimonianza le imprenditrici Chiara Pertosa (Puglia), Federica Argentati (Sicilia) e Alessandra Atorino (Lazio). L’analisi del centro Studi di Confagricoltura ha messo in evidenza che la regione con il maggior numero di imprese agricole femminili in assoluto è la Sicilia con 24.831 (+1,7 negli ultimi 2 anni), seguita da Puglia (23.361) e Campania (21.406).
A livello delle provincie, sempre secondo l’elaborazione del centro studi di Confagricoltura, medaglia d’oro è Trieste con un incremento del 6,92%, argento Lecce (+ 6,59%), bronzo Como (+ 5,48%), al quarto posto Rieti, con + 4,4%. Per quanto riguarda i comparti coniugati al femminile, permane lo zoccolo duro nell’agriturismo, nella multifunzionalità e nelle fattorie didattiche (che sono arrivate, complessivamente al 60%), si riscontra una maggioranza di imprenditrici nelle aziende biologiche. E’ cresciuta, negli ultimi 10 anni, in percentuale la presenza femminile negli allevamenti zootecnici superando il 43%, mentre nelle floricole sfiorano il 50%.
Le imprese attive condotte al femminile, complessivamente, in agricoltura sono 203.503, che rappresentano il 28,2% del totale (erano 239.218 nel 2012). Mostrano particolare dinamismo – come rivela l’analisi del Centro studi di Confagricoltura – le donne impegnate nelle società di capitali e di persone che, in particolare nella fascia di età che va da 18 a 29 anni, raggiungono il 33,76% a dimostrazione dell’acquisita consapevolezza dell’importanza di costruire reti al femminile. Dieci anni fa erano meno della metà e rappresentavano il 14% del totale.