Contrordine compagni! La siccità non è più un problema. Almeno a Roma, dove quello che non hanno potuto consorzi e gestori idrici, ha potuto la politica.
“Non ci sarà alcun razionamento dell’acqua!” ha garantito il sindaco Roberto Gualtieri e Acea si è adeguata: “Esatto, nessuna emergenza”. A Roma. Perché nel resto del Lazio, la siccità continua a far suonare la sirena d’allarme, con il Governatore Zingaretti che ha dichiarato lo Stato di calamità chiedendo aiuto al Governo e con le aziende che gestiscono il servizio idrico, già impegnate nell’effettuare manovre, turnazioni e movimentare autobotti.
Ieri, dopo una settimana di allarmi lanciati da destra e manca per l’imminente crisi idrica nel Lazio e soprattutto nella Capitale, dove si annunciavano misure draconiane (limitazione delle pressioni, con i piani delle abitazioni più in altro senza acqua; chiusura dell’erogazione nelle ore notturne e rifornimento con autobotti nei quartieri più penalizzati), il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha tirato il freno a mano e chiamato Acea: Ma quale emergenza? A Roma non ci sarà nessun razionamento dell’acqua. Tutte ‘fregnacce’ quelle scritte finora sui giornali! A stretto giro, anche Acea ha cambiato idea: “In merito alle informazioni riportate da alcuni organi di stampa che riferiscono dell’adozione di provvedimenti di abbassamento sistematico della pressione nelle reti idriche ovvero turnazione nell’erogazione dell’acqua sul territorio di Roma, Acea Ato 2 precisa che nessuna di queste misure è stata adottata né si prevede che sarà necessario adottare per questa estate 2022” si legge in un comunicato sollecitato dallo stesso Campidoglio.
Eppure il ‘piano’ per contrastare le conseguenze della riduzione delle sorgenti era stato stilato a termine di un vertice tra la stessa Acea, l’Autorità di Bacino, la Regione e le aziende idroelettriche come Enel e Terna. Probabilmente una svista.
Del resto, negli ultimi anni, Acea ha investito quasi mezzo miliardo di euro (dicesi mezzomiliardo!) per migliorare le condutture della Capitale e sarebbe stato un bell’affare se ora, con il nuovo sindaco da poco in sella, i romani avessero dovuto fare la sete.
Quindi, l’emergenza è scomparsa perché gli investimenti fatti da Acea “permettono di garantire oggi la regolare fornitura del servizio idrico nel territorio romano, anche nell’attuale momento di condizioni fortemente siccitose” scrivono dalla holding e lo stesso Gualtieri ribadisce: “Gli investimenti effettuati negli ultimi anni hanno garantito una riduzione di perdite sulla rete che, insieme alla razionalizzazione del flusso immesso, garantiscono e garantiranno la regolarità nell’erogazione di acqua in tutta la città. Ovviamente rimane sempre attuale l’invito che rivolgo a tutti i cittadini, affinché si utilizzi in modo attento e responsabile un bene prezioso come l’acqua”.
Il miracolo, però, pare non va oltre il Tevere e nel resto della regione il quadro resta preoccupante, anche perché i rimedi proposti per affrontare la siccità a Roma (come già detto: basse pressioni, turnazioni e autobotti) nelle province non sono l’eccezione, ma la regola: la gestione ordinaria del servizio idrico si fa proprio così.
L’emergenza, così, si è ‘spostata’ ai Castelli, dove la pressione idrica è stata ridotta nelle condutture di 5 Comuni. Ma anche in provincia di Rieti, Viterbo e Frosinone sono partiti i razionamenti di acqua, non solo nei campi agricoli. Si prevede che nel Viterbese, prossimamente, saranno 14 Comuni e 60.000 abitanti ad avere problemi di approvvigionamento potabile, così come potrebbero essere 70.000 in provincia di Rieti (oggi ne sono toccate circa 10.000 persone).
In Ciociaria, mediamente e nel corso di tutto l’anno – che ci sia crisi idrica o meno – una ventina di comuni, su 86 serviti, sono sempre in turnazione. Le interruzioni idriche improvvise o programmate scattano un giorno sì o uno no, e – a fare bene i conti – arriva più acqua agli utenti con le autobotti che tramite le tubature colabrodo. Al momento, le turnazioni in provincia di Frosinone riguardano 22 Comuni, mentre altri 18 hanno avuto un abbassamento della pressione, interessando complessivamente 21.000 persone.
Non c’è altro da sperare che il sindaco Gualtieri – ultimamente spesso in gita nella provincia di Frosinone per incontri istituzionali o politici, lui che rappresenta anche il socio di maggioranza di Acea Spa, volga uno sguardo benevolo anche verso il Cosa e aiuti la terra dei Bragaglia, di Cicerone, del Baronio e dell’Equicola a superare la siccità in un battito di ciglia, così come avvenuto per la Città eterna.