Mettiamola così. Quando si tratta di prenotare un esame strumentale in qualsiasi ospedale del Lazio meglio tirare i dadi che confidare nell’affidabilità della struttura sanitaria pubblica contattata. Prendere la Tac all’addome, un’indagine fondamentale. Ebbene, nessuno, dicesi nessuno ospedale del Lazio, è in grado in questi giorni di assicurarla. Impossibile, in altri termini, fissare un appuntamento entro i 60 canonici giorni previsti dalla legge per le priorità “differibili” (vale a non dire non urgenti).
Nell’ultima settimana non si contano i bollini rossi, il colore con cui la Regione indica le tipologie di appuntamenti prevalentemente fissati non eterno i tempi massimi (inferiori al 50% sul totale delle prenotazioni. Poi ci sono quelli che presentano percentuali direttamente azzerate. A cominciare dall’inaccessibilità alla Risonanza magnetica della colonna.
Il disservizio non risparmia nessuno: né l’ospedale di Frosinone né i nosocomi delle Asl 1 e 2 di Roma. Dove se è per questo ci sono zero possibilità di prenotarsi la risonanza cerebrale, oltre che la Tac al rachide e allo speco vertebrale. Niente Tac al capo nell’asp Roma 3 e a Viterbo. Non solo: l’ospedale della capital della Tuscia non è in grado di assicurare neanche prenotazioni per la risonanza per l’addome interiore e quello audiometrico tonale. Non vanno meglio le cose a Latina. Anzi. Niente ecocardiogramma da sforzo e con pedana mobile (entro tempi ragionevoli s’intende) e niente Tac rachide e speco. E a Rieti? Siamo sempre lì. Tris di bollini rossi per quel che riguarda l’ecocardiogramma da sforzo, l’esofagogastroduodenoscopia e mammografia molonaterale quest’ultima azzerata anche nelle strutture pubbliche dell’Asl Roma 5. Da sottolineare che questi dati sono messi nero su bianco sul portale regionale relativo al “Monitoraggio dei tempi di attesa”, quel sistemai sistema di rilevamento della Regione che analizza ogni settimana le agende delle prime visite e degli esami diagnostici.