Quasi un milione di euro di incarichi legali affidati dalla Regione Lazio senza alcun impegno di spesa. Debiti fuori bilancio accumulati negli ultimi anni. Due terzi dei quali (oltre 675.000 euro) finiscono, però, allo studio legale di un ex senatore del Pd. Scoppiano le polemiche con l’opposizione che chiede chiarezza e rispetto della rotazione nelle procedure di affidamento. C’è voluta un’apposita legge regionale per ‘mettere a posto’ i ‘buffi’ e procedere al pagamento dei creditori.
Martedì scorso, il consiglio regionale, con 23 voti a favore su 32 votanti (9 i contrari), ha infatti dato via libera alla proposta di legge presentata dalla Giunta regionale, guidata da Nicola Zingaretti, con cui sono stati riconosciuti oltre 1.500.000 euro di debiti fuori bilancio, concernenti per la maggior parte (circa un milione d’euro) incarichi legali privi di impegni di spesa e, per la restante parte, spese di energia elettrica e forniture idriche, sempre prive di impegni, per la gestione delle infrastrutture acquedottistiche passate alla regione dall’ex Cassa del Mezzogiorno.
Il confronto in aula tra maggioranza e opposizione è stato molto animato, anche perché, come detto, gli incarichi legali più onerosi sono risultati essere quelli affidati allo studio legale dell’ex senatore del Partito Democratico, Giovanni Pellegrino. Inoltre, lo studio legale in questione è quello di fiducia dello stesso Pd, come già denunciato in altre occasioni. Il gruppo di Fratelli d’Italia (Massimiliano Maselli e Fabrizio Ghera) ha evidenziato come un notevole numero di incarichi legali (quasi la metà di tutti quelli esaminati) risulti assegnato – sempre senza aver rispettato le corrette procedure di contrazione della spesa – al medesimo studio legale (Studio Achille Chiappetti) per oltre 100.000 euro di parcelle. Gli esponenti di Fdi hanno chiesto alla giunta il rispetto dei principi di equità, concorrenza e rotazione evidenziando che gli incarichi devono rispettare il criterio della turnazione. Dal gruppo di Forza Italia (Giuseppe Simeone), è stata annunciata invece un’interrogazione al governatore Nicola Zingaretti sull’argomento, per chiedere delucidazioni sui criteri applicati per le scelte dei professionisti, “così da fugare il dubbio che siano incarichi dati ad amici degli amici, come nel caso dello studio legale Giovanni Pellegrino ex senatore Pd”.
Ed effettivamente, dall’elenco degli incarichi ‘sanati’ con la legge approvata martedì, emergono le due pratiche assegnate allo “Studio Legale Associato Giovanni Pellegrino” per importi (ora riconosciuti) molto elevati: 152.197,78 euro nel primo caso e 523.482,65 euro nel secondo caso. Al solo Studio Pellegrino è stato quindi liquidato più dei due terzi dei debiti per spese legali riconosciuti dall’Aula.
Si tratterebbe però, secondo la relazione redatta dalla Giunta Zingaretti, che ha accompagnato la proposta di legge, di somme più che giustificate ed anche fortemente scontate per l’assistenza in giudizi (il primo contro Autostrade per l’Italia SpA per la progettazione e gestione della rete autostradale ed il secondo contro Consorzio 2050” per la gara di appalto dei lavori di progettazione, esecuzione e manutenzione della rete autostradale regionale) del valore di decine di milioni di euro ognuna, conclusisi entrambi con di sentenze favorevoli alla regione.
A difendere la correttezza degli affidamenti e intervenuto in Aula il vice presidente della regione, Daniele Leodori. A fine seduta, Leodori ha spiegato che, oltre ad una nuova modalità di procedere, come richiesto dalla Corte dei conti, e quindi per singoli atti, i debiti riconosciuti rappresentano somme accumulate per incarichi iniziati da una decina di anni, e precisamente dal 2014. “Per chi ha fatto l’amministratore come me – ha dichiarato il vice presidente – sa che il tema degli incarichi legali e il pagamento delle parcelle, sono la maggiore parte delle leggi fuori bilancio delle amministrazioni. Ora, infatti, abbiamo una legge per non assegnare più incarichi esterni , saranno eccezioni perché in alcune cause ci troviamo di fronte a colossi nazionali verso i quali non riusciamo a far fronte con professionalità interne. Non per incapacità ma per la struttura. Per questo voglio rassicurare che l’amministrazione non sta più ricorrendo a incarichi esterni”.
Consistenti anche i debiti fuori bilancio riconosciuti con la stessa legge regionale per quanto riguarda la gestione degli acquedotti dell’ex Cassa del Mezzogiorno, acquisiti dalla regione nel 1983. Si tratta delle spese necessarie al funzionamento degli impianti e il pagamento della fornitura dell’acqua potabile ai comuni ubicati nel comprensorio “Reatino/Cicolano”. Le posizioni debitorie riconosciute sono relative alla fornitura di energia elettrica per il periodo gennaio 2017 – dicembre 2018 e alla fornitura dell’acqua potabile per le annualità 2018, 2019 e 2010, ma fatturate nel 2021 per effetto della sospensione dei termini di pagamento previsti dal legislatore in favore delle popolazioni coinvolte nel sisma del 2016.
Dal 2016 ad oggi, sono state finora 10 le leggi regionali che l’Aula della Pisana ha dovuto approvare per mettere a posto i conti dell’ente regionale. Spesso – è stato spiegato dalla Giunta – questi debiti si sono generati per la complessità e le incertezze dei compiti tra i vari soggetti coinvolti nelle procedure amministrative chiamati ad assumere i necessari impegni di spesa.
Relativamente alla legislatura in corso, la consigliera Chiara Colosimo (FdI) ha evidenziato come a fine mandato si arriverà a somme da capogiro: “Ad oggi 28 giugno – ha detto – siamo a una somma pari a 34 milioni e 400 mila euro, chiedo ai colleghi tutti di sapere cosa stiamo votando, non ci bastano gli specchietti senza spiegazioni”.