Da via Agnone del Prato a Pantano. L’impianto di compostaggio sarà collocato in un nuovo sito. L’amministrazione comunale cambia idea e cambia la localizzazione del terreno su cui il Comune di Sora ha intenzione di realizzare un impianto di compostaggio elettromeccanico finanziato dalla Regione Lazio, per la trasformazione dei rifiuti organici in compost.
Il compostaggio è un processo biologico naturale, mediante il quale i materiali organici (rametti, erba, fiori, resti di frutta e verdura, resti di cibo ecc.), sminuzzati, mescolati e aerati per garantire un’adeguata ossigenazione, si decompongono grazie all’azione di microrganismi, lombrichi e insetti trasformandosi in terriccio ricco di humus, utilizzabile per reintegrare nel terreno sostanze nutritive e bioelementi. Tale trattamento sul posto della frazione organica dei rifiuti solidi urbani consente di limitare i trasferimenti presso gli impianti di trattamento e quindi i costi sostenuti dall’amministrazione e poi riversati nelle bollette pagate dai cittadini.
La struttura sarebbe dovuta nascere su un’area divenuta di proprietà comunale dopo l’esproprio effettuato nel 2005, sita in via Agnone del Prato, come era stato deciso nel 2017 quando l’ente comunale ha partecipato all’apposito bando regionale “Misure a favore delle attività di compostaggio e autocompostaggio per la riduzione della frazione organica per i Comuni del Lazio e Roma Capitale” riuscendo ad ottenere un finanziamento di 600mila euro per la realizzazione dell’opera. Nel 2018, il Municipio ha anche incassato il 20% del finanziamento pari a 120mila euro per dare inizio ai lavori.
Ora, però, a seguito di alcuni sopralluoghi, i tecnici del Comune hanno rilevato che l’area sui cui stava sorgendo l’impianto è risultata “non idonea” (di più dagli atti pubblicati non si evince), decidendo così di spostare l’impianto di compostaggio in altro sito idoneo “nel rispetto delle previsioni del bando pubblico” approvato dalla Regione.
La scelta della nuova area è caduta allora sul terreno situato in località Pantano, nella zona industriale, sempre di proprietà dell’ente. Sarà ora necessario, però, richiedere l’assegnazione dell’area detta a destinazione produttiva, su cui realizzare l’impianto, all’ASI di Frosinone.