Laghi e fiumi del Lazio a secco. La siccità che ci perseguita da due mesi sta mettendo in ginocchio il settore primario di tutta Italia e non risparmia neppure i corsi d’acqua e le aree lacustri della nostra regione. La carenza prolungata dell’approvvigionamento idrico sta interessando i fiumi Liri, Garigliano e Volturno, a sud del Lazio, ai confini della Campania. Permane una situazione di rischio in quello del Sele. Non solo. Portata d’acqua drammaticamente dimezzata per l’Aniene mentre il lago di Nemi vivacchia a circa un metro più in basso rispetto all’anno scorso. Bracciano è 31 centimetri in meno sul 2021, arrivando a toccare la soglia limite per la captazione dell’acqua dal lago. In forte calo anche il fiume Liri e il fiume Sacco, l’uno e l’altro ai minimi anche rispetto al siccitosissimo 2017. L’ Aniene si è praticamente dimezzato.
A dettagliare l’emergenza è l’Osservatorio ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue). L’ente registra come, rispetto a 7 giorni fa, si segnalino in deciso calo i volumi dei bacini del Cilento (Piano della Rocca: -18.74% sull’anno scorso) e del lago di Conza, mentre i fiumi hanno portate diversificate con il Garigliano ai minimi a confronto del passato più recente.
“E’ la sesta, grave siccità in 20 anni. Non possiamo continuare a farci travolgere dalle emergenze – commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI -. È necessario avviare urgentemente un’azione di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici, aumentando la resilienza delle comunità”.
“Etichettare la carenza idrica come problema agricolo sarebbe un errore gravissimo, perché ad essere pregiudicato è l’equilibrio dell’intero territorio – denuncia dal canto suo Francesco Vincenzi, presidente di Anbi -. Il Piano Laghetti è una sostenibile risposta di futuro. L’obiettivo è 10 mila bacini medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, da realizzarsi entro il 2030 ed i primi 223 progetti sono già pronti, perlopiù immediatamente cantierabili”.