E’ la malattia più insidiosa e disperante del secolo. Di quello trascorso e di quello cominciato da un paio di decenni. L’Alzheimer spegne la mente. Il buio penetra in un corpo magari ancora tutto vibrante di carica vitale. E da quelle tenebre non si esce più. Nel Lazio sono 50mila i malati di Alzheimer. Trentamila sono donne. Una non indifferente porzione degli uni e delle altre non è assistita a dovere. E’ per questo che la Regione è corsa ai ripari stanziando un milione di euro per creare una rete di medici e di assistenti destinati ad assistere al meglio quanti soffrono di questa maledetta forma di demenza. Il piano approvato ha lo scopo di formare professionisti in grado, prima di ogni altra cosa, di formulare una diagnosi corretta e tempestiva.
Destinatari della formazione saranno i medici di medicina generale che operano nelle Asl e nei distretti. L’obiettivo è quello di creare una rete con i Centri per i disturbi cognitivi per una corretta gestione del flusso dei pazienti. I dottori saranno formati per riconoscere i cosiddetti sintomi sentinella presenti nella fase prodromica dell’Alzheimer. Seguirà la valutazione del livello di gravità della malattia attraverso il “General practitioner assessment of cognition”, un test per l’identificazione delle condizioni di sospetto deficit cognitivo cui sarà sottoposto il paziente.
Il programma formativo sarà indirizzato anche alla promozione della prevenzione primaria del deterioramento cognitivo, all’individuazione dei fattori di rischio e al riconoscimento degli stili di vita potenzialmente pericolosi. Nel Lazio, per ciò che concerne la popolazione residente over 65 nelle Asl di riferimento del programma, sono come si diceva 50mila le persone affette da demenza. Nella Asl di Roma 2 ne risultano 22.785 (6.563 uomini e 16.222 donne), nella Asl Roma 3 sono 10.367 (3.022 uomini e 7.345 donne). Nella Asl di Viterbo i malati di Alzheimer registrati sono 5749 (1722 uomini e 4.027 donne) mentre in quella di Frosinone abbiamo 8640 malati (2.367 uomini e 6.003 donne).