La grave situazione dei pronto soccorso in tutto il Lazio e il mancato rispetto delle assunzioni di nuovi professionisti per rimpinguare le piante organiche delle Asl e delle Aziende ospedaliere della regione hanno spinto la sigla sindacale UGL ad annunciare lo stato di agitazione e iniziative di sciopero nel comparto Sanità del Lazio. Nei giorni scorsi, si è tenuta la video conferenza tra sigla sindacale, prefetture interessate, e rappresentanti delle Aziende sanitarie delle 5 province del Lazio e delle Aziende Ospedaliere, per esperire il tentativo di conciliazione previsto dalla legge che regolamenta il diritto di sciopero (Legge 146/90) alla quale i rappresentanti della regione Lazio non hanno tuttavia partecipato, scatenando gravi critiche da parte della sigla sindacale, che ora si dice preoccupata, dal disinteresse mostrato sull’argomento, in un momento in cui tutti appaiono distratti dalla campagna elettorale per le politiche ormai in corso. Anche per questo, in vista del voto fissato al prossimo 25 settembre, l’UGL ha annunciato di voler ‘congelare’ le iniziative di protesta per senso di responsabilità, pur non abbassando affatto la guardia e chiedendo un incontro urgente alla Regione.
“La drammatica situazione della sanità regionale – dichiarano Armando Valiani, Segretario della Ugl Lazio e Valerio Franceschini, Segretario Provinciale della Ugl Salute di Roma – è sotto gli occhi di tutti. I Pronto Soccorso sono ormai simili a gironi danteschi con pazienti parcheggiati sulle barelle, ambulanze in attesa all’esterno e operatori sanitari sottoposti a turni di lavoro oltre il limite del sopportabile, spesso privi di sicurezza come dimostrano le costanti aggressioni fisiche, verbali e psicologiche cui sono sottoposti”.
L’UGL accusa la Regione Lazio di non esser stata in grado di trovare soluzioni per affrontare la cronica carenza del personale. L’ attesa assunzione di nuovi professionisti e la stabilizzazione dei precari, anche di figure amministrative chiamate in servizio durante il periodo dell’emergenza, tarda ad essere messa in atto.
“Non bastano soluzioni tampone, spesso usate come spot per ottenere consensi, per dare un volto nuovo alla sanità del Lazio. Per questo, e per altri motivi, la nostra sigla ha dichiarato lo stato di agitazione e richiesto un incontro per trovare soluzioni condivise. L’apertura della campagna elettorale nazionale e le ripercussioni a livello locale devono aver distratto i vertici istituzionali della Regione Lazio, assenti all’incontro, a cui ora chiediamo, congelando temporaneamente la nostra iniziativa di protesta per senso di responsabilità, un urgente incontro”.
In assenza di riscontri la UGL è pronta far sentire la propria voce in ogni sede ed in ogni forma. Non esiste estate, non esistono ferie di fronte allo sfascio del nostro paese” concludono i sindacalisti.