Non si è fatto in tempo nemmeno a dirlo che il bonus di 200 euro è stato revocato. Perchè? Perchè da questo mese al suo posto ci sarà un aumento in busta paga sullo stipendio, deliberato dal Decreto Aiuti bis per il quale sono stati stanziati 14,3 miliardi come ha riferito in Consiglio dei Ministri il 26 luglio il ministro dell’Economia Daniele Franco.
Chiaramente non ne beneficeranno tutti ma soltanto coloro che raggiungono queste soglie: quella dei 35mila euro lordi l’anno, quella dei 28mila e quella dei 15mila euro. Il sistema per far sì che sia possibile questo aumento in busta paga, prevede un piccolo taglio del cuneo fiscale per i lavoratori – circa un punto percentuale aggiuntivo rispetto a quello di 0,8 già in vigore sino a fine anno e l’anticipo della rivalutazione degli assegni pensionistici. Quindi, facendo due conti, chi guadagna 35mila euro lordi l’anno avrà un aumento di circa 27 euro al mese, chi percepisce un reddito loro di 28mila euro di 22 euro e chi ne percepisce uno da 15mila, 12 euro in più in busta paga.
Anche per le pensioni è previsto un aumento del 2% che consiste nella rivalutazione di tre mesi, partendo da settembre anziché gennaio 2023. A gennaio la percentuale potrebbe superare l’8%, considerando l’inflazione attuale.
Il Consiglio dei ministri per il via libera a queste misure ci sarà la settimana prossima e si definiranno i costi dell’intervento sulle pensioni. Questa decontribuzione, inoltre, potrebbe anche diventare strutturale. Gli aumenti di stipendio potrebbero rimanere validi per sempre. Questo, almeno, è quanto chiesto dai sindacati e da molti esponenti politici. Una decisione che spetterà al prossimo governo che si insedierà dopo il 25 settembre.