“Tecnicismi e anomalie che ricordano quelli già emersi nel concorso di Allumiere, tristemente noto alle cronache regionali e nazionali. Bandi pubblicati a ferragosto con scadenza 30 settembre, non a caso e proprio a ridosso delle elezioni politiche nazionali”. Per questi motivi il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera, ha chiesto chiarimenti al presidente della Regione Lazio e all’assessore al Personale in merito ai quattro bandi di concorso, pubblicati dalla Regione lo scorso 16 agosto, per l’assunzione di 295 unità di personale, a tempo pieno e indeterminato, con il profilo professionale di Esperto mercato e servizi per il lavoro, categoria D; di 249 unità di personale, a tempo pieno e indeterminato, con il profilo professionale di Assistente mercato e servizi per il lavoro, categoria C; di 40 unità di personale da inserire in corso – concorso selettivo di formazione per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato con il profilo professionale di Assistente area tecnica; ed infine di 2 posti riservati a persone con disabilità.
L’anomalia denunciata dall’esponente del partito di Giorgia Meloni “consistente nel non prevedere un numero massimo di candidati da portare all’orale”. Ghera ritiene che tale mancanza “non sia frutto di semplice distrazione, ma evidenza del fatto che la Regione Lazio non abbia alcuna intenzione di concludere le selezioni in tempi brevi; la Regione Lazio – spiega il consigliere – potrebbe essere posta nell’impossibilità tecnica di poter concludere le citate selezioni in quanto la Commissione sarebbe sommersa da migliaia di valutazioni e colloqui; l’eventuale utilizzazione di Sottocommissioni, previste dall’attuale Regolamento, comportano un ulteriore costo aggiuntivo da addebitarsi alla casse della Regione Lazio a dispetto dell’introduzione di un numero limitato di candidati alla prova orale che, al contrario, non avrebbe avuto alcun costo per l’Amministrazione; il tecnicismo con il quale viene consentito ad un numero eccessivo di candidati di essere ammessi alle prove orali sembra riproporre le anomalie già emerse nel concorso di “Allumiere”, tristemente noto alle cronache regionali e nazionali”.
Inoltre, Ghera rileva il contrasto con quanto previsto dal regolamento per l’accesso all’impiego della Regione Lazio e ricorda che, proprio al fine di evitare problemi come quelli da lui segnalati, tale regolamento prevede, ad esempio, che: “Alle prove scritte saranno ammessi i candidati che, dopo la prova preselettiva, risultino collocati nel relativo elenco, entro i primi posti corrispondenti a tre volte il numero dei posti messi a concorso. Il numero dei candidati ammessi può essere aumentato solo nel caso di candidati classificatisi ex aequo”.
Per tutte queste ragioni, nei giorni scorsi, l’esponente della minoranza ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale in cui sottolinea come “a differenza di concorsi analoghi o similari di altre amministrazioni, la Regione Lazio non ha previsto un numero massimo di candidati da invitare alla prova orale dopo la prova scritta; di conseguenza accederà alla prova orale “chiunque” superi il punteggio minimo di 21/30 alla prova scritta”. Parliamo di concorsi, ai quali – per diverse ragioni (crisi economica, possesso di solo diploma, oltre 30 giorni per la presentazione delle domande e rilevante numero di posti banditi) – è facilissimo prevedere una partecipazione massiva di candidati, in ordine alle decina di migliaia di unità.
Si sono così create “condizioni per un elevato lavoro da parte della Commissione di Concorso (ed eventuali sottocommissioni), senza alcuna razionalità” con un notevole aggravio di spesa “visti i compensi previsti dal citato Regolamento regionale (“a ciascun componente esterno delle commissioni esaminatrici di concorso viene corrisposto un compenso base pari a 400,00 euro, ai quali si aggiunge un importo di 150,00 euro a gettone di presenza, ulteriormente aumentato del 20% per il presidente).
Dito puntato anche sui tempi previsti dai bandi: “lo scadere delle domande di concorso è fissato per il 30 settembre 2022, forse non casualmente, perché cade nei giorni immediatamente successivi alla data della consultazione elettorale nazionale prevista, com’è noto, per il 25 settembre.
Al governatore Nicola Zingaretti e all’assessore Claudio Di Berardino, l’esponente di minoranza chiede spiegare le ragioni che hanno portato l’Amministrazione a pubblicare avvisi pubblici di notevole rilevanza senza tener conto del fatto che in essi sia presente un errore tecnico insuperabile; se ritengano di far modificare tali avvisi; per quali motivi gli avvisi siano stati pubblicati a cavallo del ferragosto se poi, nella loro struttura, questi non possono essere conclusi in tempi celeri; se sia corretto ed opportuno, nell’immediatezza di una consultazione elettorale nazionale, bandire concorsi pubblici massivi senza prevedere un numero di candidati da ammettere all’orale compatibili con una tempistica ragionevole e razionale; se non sia fuorviante illudere migliaia di candidati (che nella speranza di partecipare ad un regolare concorso stanno versando 10,33 di tassa d’iscrizione nelle Casse della Regione Lazio) ignari del fatto che la loro procedura potrebbe essere notevolmente lenta e non funzionale.