Oggi, 21 settembre, è la Giornata mondiale di sensibilizzazione dell’Alzheimer, malattia degenerativa che conta 40 milioni di persone colpite nel mondo e 150mila nuovi casi l’anno (soltanto in Italia). L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la indica come una priorità di salute pubblica poiché questa, come tutte le malattie degenerative, rappresentano la settima causa di morte nel mondo.
Una nuova speranza arriva proprio quest’anno, spiegano i ricercatori, ossia un “pugno” di molecole in sperimentazione sui cui sembrerebbero esserci degli effetti promettenti. Gli scienziati sono cautamente ottimisti per i buoni risultati dimostrati dalla molecola donanemab che, in uno studio di fase intermedia, ha rallentato il tasso di declino dell’attività cognitiva e funzionale. La sperimentazione proseguirà con un nuovo studio su 500 pazienti.
L’obiettivo è trovare una cura o, come primo passo, rallentare in modo significativo il declino cognitivo causato dalla malattia che, come detto, assume numeri sempre più allarmanti. Complessivamente, secondo una ricerca dell’Università di Washington, in Italia il numero delle persone con demenza è destinato ad aumentare del 56% entro il 2050, quando le persone colpite saranno 2.316.951. Nel mondo, invece, la previsione è di 139 milioni entro il 2050.