Una nuova legge regionale per tutelare le api e l’attività economico-agricola degli apicoltori. E’ questo il provvedimento che il Consiglio regionale del Lazio ha varato nella seduta di ieri, 28 settembre. All’esame dell’Aula è giunto il testo unificato delle due proposte di legge sull’apicoltura, una presentata nel 2019 dal gruppo del Movimento 5 Stelle e l’altra che nel 2021 ha presentato il consigliere di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini.
Un intervento legislativo quanto mai necessario, sia per dare certezza ad un comparto agricolo – l’apicoltura, appunto – divenuto sempre più importante (e non solo per le produzioni ma anche per il ruolo che le api svolgono nel nostro ecosistema), sia per aggiornare la vecchia legge regionale all’evoluzione normativa statale nel frattempo intervenuta.
L’ultima volta che la Regione Lazio si era occupata di apicoltura era il 1988. Nel frattempo il Parlamento è intervenuto con proprie leggi sia nel 2004 che nel 2016 per dare sostegno e garanzie alla preziosa attività, riconoscendo il ruolo proprio di api e apicoltori. L’apicoltura è divenuta così attività di interesse nazionale, utile per la conservazione dell’ambiente, dell’ecosistema e dell’agricoltura in generale, anche allo scopo di garantire l’impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche, con particolare riferimento alla salvaguardia della razza di ape italiana e delle popolazioni di api autoctone tipiche o delle zone di confine.
Tra l’altro, la normativa del 2004 ha introdotto l’anagrafe apistica nazionale (avviata nel 2009), alla quale tutti gli apicoltori debbono iscriversi. Oggi, i numeri della banca dati apistica dicono che il 78% degli iscritti è titolare di partita Iva, rivelando così una sempre maggiore professionalità del settore.
La nuova legge regionale reca “Disposizioni per la salvaguardia, valorizzazione ed esercizio dell’apicoltura” e supera ed abroga la vecchia normativa del 1988. Si tratta di un provvedimento venuto dal basso, migliorato attraverso le audizioni in commissione e che mette ordine nel settore, riconosce l’importanza delle api per il nostro ecosistema, fondamentali per il nostro futuro, difenderle è nostro dovere. La legge istituisce la figura dell’esperto apistico, pone limiti all’utilizzo degli insetticidi e protegge l’ape mellifera ligustica, riconosciuta patrimonio nazionale. Sono inoltre previsti fondi per aiutare gli apicoltori; è regolamentato il ruolo dell’Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura) e dell’Istituto zooprofilattico.
Righini, come detto firmatario di uno dei due testi alla base della nuova legge, ha messo in evidenza l’importanza del lavoro svolto in commissione Agricoltura e Ambiente: “Abbiamo lavorato seriamente insieme al presidente Valerio Novelli per arrivare a questo testo unico; le api sono uno straordinario valore per il nostro ecosistema e l’ape mellifera ligustica garantisce biodiversità nel territorio italiano. L’ape rappresenta uno straordinario indicatore di qualità dell’acqua e dell’aria”.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Enrica Onorati, ha parlato di provvedimento che interviene in un “settore molto importante, che tutela tutto l’ecosistema e che per questo deve essere valorizzato”. Tra gli emendamenti approvati, uno della Giunta allunga i tempi per gli apicoltori per allevare solo l’ape mellifera ligustica, in qualità di specie autoctona. La bocciatura di un altro emendamento, invece, ha causato la non partecipazione al voto finale da parte dei consiglieri di Forza Italia, che avevano chiesto di considerare di più il ruolo delle associazioni private, “che da sempre sono importanti per questo mondo”, ha spiegato il consigliere azzurro Giuseppe Simeone.