Il nuovo presidente di Acea Spa, Fabrizio Palermo, avrà uno stipendio annuale di 1,3 milioni di euro, praticamente doppio rispetto al suo predecessore Giuseppe Gola. In più, il nuovo capo della multiutility romana incasserà da subito, una tantum, una ‘fee d’ingresso’ pari a 250.000 euro.
Gola, nel frattempo, dopo l’accordo bonario per togliere il disturbo dai piani alti della sede di piazzale Ostiense prima della scadenza naturale del suo mandato, lascia Acea con una buonuscita di circa 3 milioni di euro, tra bonus e incentivi all’esodo.
Fabrizio Palermo, ex amministratore di Cassa depositi e prestiti, arriva ad Acea fortemente voluto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (il Campidoglio detiene il 51% del capitale di Acea Spa). Palermo, inoltre, incassa anche il benestare (e le simpatie, dicono in molti) del socio di minoranza, costruttore romano ed editore, Francesco Gaetano Caltagirone. Non sarebbe affatto un caso, infatti, il celere via libera all’avvicendamento ai vertici della Spa dato dal ‘Comitato per le nomine e la remunerazione’ di Acea, alla cui guida c’è proprio un fedelissimo di Caltagirone.
Gualtieri ha avuto modo di conoscere l’oggi nuovo ad di Acea quando era ministro dell’economia nel secondo governo Conte. A quel tempo, infatti, Palermo guidava la Cassa depositi e prestiti e la collaborazione con il dicastero di via XX settembre è stata molto stretta.
Ma Palermo non è solo Cdp. Prima di arrivare alla guida della società controllata dal Mef ha lavorato in Morgan Stanley a Londra ed ha ricoperto il ruolo di direttore finanziario in Fincantieri.
In Acea, Palermo viene visto come un manager capace di guidare validamente la società romana che si occupa di acqua, energia e rifiuti nel modo migliore. Un supermanager, insomma, a cui spetta un super stipendio: quasi il doppio dei 700.000 euro annui che incassava il ‘povero’ Giuseppe Gola oltre al ‘premio’ di benvenuto – solo per il fatto di aver accettato l’incarico nella multiutility – di 250mila euro da intascare subito.
I soci di Acea, a partire dal comune di Roma, a Suez e a Caltagirone, sono convinti che per portare la Spa capitolina al pari delle grandi aziende di servizi pubblici del Nord, come A2a e Hera, occorreva un esperto finanziario come Palermo e non si è badato a spese: 1,3 milioni d’euro all’anno di stipendio sono stati appena sufficienti a vincere ogni dubbio del professionista.
Ma la Spa non s’è fatta problemi neanche ad aprire il portafogli per far spazio a Palermo. Infatti, per liberare il posto in Cda ha chiuso un’intesa con il predecessore, Giuseppe Gola, riconoscendogli quasi 3 milioni di euro di buonuscita oltre al Trf.
Gola ha rinunciato così, con effetto immediato, alle cariche di Consigliere, Amministratore Delegato e Direttore Strategie, Produzione e Estero, nonché ad ogni delega e potere conferitigli e ad ogni altra carica detenuta per conto della Società e/o del Gruppo. L’accordo risolutivo – come previsto dalla “Politica di Remunerazione” societaria, ha stabilito il riconoscimento in favore di Gola degli importi massimi previsti dalla policy “Gestione Esodi Dirigenti”: in aggiunta al TFR, Gola incassa l’importo lordo omnicomprensivo di 2.460.607,00 euro a titolo di incentivazione all’esodo e di transazione generale e novativa. Tale importo verrà corrisposto entro il 30 novembre 2022. La Società, inoltre, si è impegnata a corrispondere all’ex ad anche l’importo relativo all’MBO 2022 – pari alla somma lorda di 172.500,00 euro – e l’importo relativo all’LTI 2021 e 2022 – pari alla somma lorda di 153.333,00 euro, entro e non oltre il mese di maggio 2023.
L’obiettivo prioritario del nuovo manager Fabrizio Palermo resta il potenziamento dell’attività del gruppo Acea nel settore della gestione rifiuti e soprattutto del termovalorizzatore, su cui punta tantissimo il sindaco di Roma Gualtieri.