Legambiente e Cgil attaccano a testa bassa il piano di gestione dei rifiuti messo a punto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e presentano 17 pagine di osservazioni al documento sottoposto alla consultazione pubblica.
Per l’associazione ambientalista e per l’importante sigla sindacale il problema dell’immondizia nella Capitale non può essere risolto con un inceneritore da 600mila tonnellate di rifiuti, punto centrale del piano di Gualtieri.
Legambiente e Cgil contestano l’assenza nella programmazione della Città capitale di qualsivoglia nuovo impianto per favorire l’economia circolare. Le due organizzazioni hanno presentato, congiuntamente, osservazioni che analizzano le evidenti incongruenze del piano e, nel contempo, con numeri e tecnologie già consolidate, propongono un’alternativa reale alle proposte dell’Amministrazione.
Per ambientalisti e sindacato costruire l’inceneritore a Roma rappresenta una scelta completamente errata, già contrastata in passato.
Natale Di Cola, segretario di CGIL Roma e Lazio, e Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, ritengono di aver evidenziato tutte le incongruenze e le contraddizioni di un piano rifiuti che ritengono scritto con il solo evidente scopo di giustificare la realizzazione di un inceneritore.
Nello scenario proposto da CGIL e Legambiente si spinge invece su raccolta domiciliare, tariffa puntuale (TARIP) e nuove Isole Ecologiche per arrivare ad una riduzione totale dei rifiuti del 12% – obiettivo in linea con i dati di tutte le grandi città dove tali scelte sono avvenute negli anni scorsi – portando poi la differenziata al 72% e generando impianti di trattamento dell’organico per almeno 600.000 tonnellate/anno. Alle 470.000 tonnellate/anno di indifferenziata residua prevista in tal modo, si sottraggono rifiuti destinati a 5 nuove filiere di riciclo: impianti per Tessile, RAEE, Prodotti Assorbenti per la Persona e separazione delle Terre di Spazzamento, ai quali si aggiunge poi un corretto conferimento dei rifiuti da edilizia, oggi presenti pesantemente nell’indifferenziato, e la nascita di impiantistica per la nuova e consolidata tecnologia del riciclo chimico delle plastiche miste.
“Nel piano di Gualtieri – criticano Legambiente e Cgil – mancano scadenze precise per gli obiettivi di incremento della raccolta differenziata da perseguire entro il Giubileo, mancano del tutto le possibili alternative tra le quali scegliere, non c’è nessun aggancio al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti del 2020.
I poteri speciali concessi in emergenza al sindaco Gualtieri riguardano le celebrazioni del Giubileo del 2025 ma tutte le scadenze nel piano rimandano al 2030 e non si riferiscono nemmeno al termine della consiliatura (2026).
Con la rinuncia al dibattito aumentano le difficoltà e si consolida la diffidenza verso tutti i tipi di impianti che dovranno essere costruiti: senza coinvolgimento dei cittadini è facile prevedere ostacoli anche per impianti di dimensioni ridotte, compatibili con l’ambiente, innovativi e posizionati secondo criteri trasparenti ed oggettivi”.
Le censure continuano: “Nel piano, gli investimenti non sono adeguati, in particolare per l’ottimizzazione del servizio, la razionalizzazione dei tempi, l’ammodernamento delle fasi di raccolta e l’adeguamento del servizio alle singole realtà. Inoltre non c’è un nuovo piano di assunzioni, non c’è nessun riferimento al personale dell’Azienda Municipale Ambiente; al contrario, le nostre analisi prevedono la necessità di assumere non meno di 1.500 lavoratori per implementare la raccolta differenziata, aumentare raccolta e spazzamento, migliorare il decoro della città”.