Il Comune di Latina ha dichiarato di non procedere all’approvazione del documento Sogin, disponendo la produzione da parte della stessa società di un elaborato progettuale che si fondi sulle linee guida del Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa) per la definizione dei valori di fondo nei suoli e nelle acque.
Da una conferenza dei servizi indetta dal Comune di Latina, vengono posti interrogativi relativamente all’analisi della presenza di elementi chimici con concentrazioni superiori ai valori soglia. Una determina del servizio Ambiente del 18 ottobre evidenzia come le cause delle eccedenze di arsenico, ferro, manganese e solfati nelle acque sotterranee attorno all’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino vanno documentate.
ARPA HA BLOCCATO TUTTO
Molto influente si è rivelato il parere dell’Arpa Lazio, che ha evidenziato come l’elaborato trasmesso dalla Sogin non era un documento previsto dalle procedure operative e amministrative e che pertanto non poteva essere oggetto di valutazione.
Sono emerse eccedenze di altra natura che “si riscontrano all’interno di quella tipologia di roccia e di suolo nella centrale di Latina e in tutta la zona”. il dottor Mauro D’Angelantonio, direttore del servizio Suolo e Bonifiche di Arpa Lazio, ha fatto presente che, pur essendo plausibile che i valori in eccedenza siano riscontrati a cause naturali e quindi non imputabili all’attività della società, è necessario “un elaborato progettuale che si fondi su quelle che sono le linee guida Snpa per la definizione dei valori di fondo nei suoli e nelle acque, e che venga – appunto – sottoposto alla valutazione di tutti gli enti”.
CLORURO DI VINILE: L’ORA DEL SILENZIO
Resta comunque sotto traccia il rischio bomba ambientale ai confini dell’ex centrale nucleare in fase di smantellamento. Il Comune di Latina ha approvato il documento denominato “LT SA 00141″, ossia il Progetto Operativo di Bonifica – Fase 1) relativo al sito della Centrale Nucleare di Borgo Sabotino, con il quale autorizza la Sogin, la società creata per lo smantellamento dell’impianto nucleare, a bonificare l’area interessata dall’inquinamento da cloruro di vinile.
L’approvazione del documento avvenuto a marzo ha fatto seguito alla conferenza dei servizi dello scorso dicembre che ha portato a chiedere alla Sogin di elaborare il progetto di bonifica, considerato il livello di inquinamento raggiunto e causato dal cloruro di vinile nell’area a Borgo Sabotino. Adesso dunque si entra nella fase decisiva. Quella che obbliga Sogin a procedere con la bonifica dell’area inquinata. Un intervento non solo necessario ma che richiede tempi brevi visti i rischi sul piano ambientale che derivano dalla presenza di cloruro di vinile nella falda acquifera.
L’ALLARME LANCIATO A FINE 2021
Di particolare importanza la Conferenza dei Servizi del 14 dicembre 2021 alla quale avevano partecipato, con i loro pareri, la Provincia di Latina e Arpa Lazio.
Il problema dell’inquinamento era sorto nell’autunno 2013, quando la Sogin avviò la campagna di caratterizzazione del territorio. Dalle prime analisi furono segnalati su tre campioni di acqua di falda superficiale valori anomali della concentrazione di cloruro di vinile. A seguito dei prelievi effettuati da Arpa Lazio il 12 marzo 2015, la Asl di Latina il 25 febbraio 2016 aveva segnalato l’esistenza di un pericolo per la salute. La Regione Lazio chiese quindi il censimento dei pozzi autorizzati, regolari o denunciati alla provincia di Latina, chiedendo la chiusura dei pozzi non regolari.
La vicenda ha poi vissuto su un’accelerazione improvvisa nella primavera del 2021. Infatti poco meno di un anno fa la Sogin aveva comunicato al Comune, alla Regione Lazio, alla Provincia di Latina, all’Arpa Lazio Latina e al Prefetto Falco che, nell’ambito dei monitoraggi trimestrali delle acque sotterranee, effettuati nel mese di marzo 2021, era stato riscontrato “il superamento delle concentrazioni soglie di contaminazione per il Cloruro di Vinile, poi confermato con una ulteriore attività di campionamento il 7 aprile 2021”.
Merita di essere evidenziato il parere di Arpa Lazio che nella conferenza dei servizi dello scorso mese di dicembre aveva parlato di “valori molto elevati che si propongono come Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR) per il sito in questione”. Sempre dal verbale della Conferenze dei Servizi Arpa ha sostenuto che “in riferimento alla contaminazione riscontrata in prossimità dell’area esterna limitrofa al sito di proprietà Sogin e denominata consorzio Santa Rosa, si ritiene necessario porre in essere con urgenza ogni azione utile a contenere ed evitare la diffusione della contaminazione in attesa dell’approvazione del progetto di bonifica”. Anche sulla base di queste indicazioni, l’auspicio è che la Sogin concluda la bonifica e renda pubblico ogni passaggio. Un pò come per lo smantellamento della centrale.