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Il collegato è legge, Zingaretti lascia. Sì al maxiemendamento con 177 commi: cosa ci sia scritto, nessuno lo sa!

Redazione
L’ultimo ‘treno’ per la maggioranza Pd-M5s per infilare in una legge: contributi, risorse, sostegni aiuti ed aiutini. Una mancia di fine mandato per poter provare a chiedere riconoscenza elettorale tra qualche mese.
Novembre 10, 2022
Nicola Zingaretti

Tutto in una notte e tutto in una legge. Il ‘collegato al bilancio’ della Regione Lazio è passato alle 3.30 di mercoledì notte, con il solo voto favorevole della maggioranza. Dentro c’è tutto e di più. Con un maxisubemendamento, presentato dalla Giunta Zingaretti, la parte del testo originale ancora da approvare, è stato sostituito da un solo articolo con 177 commi. In pochi, in Aula, hanno capito cosa si stesse votando: richiami ad articoli, commi, e lettere che, senza un testo coordinato, potevano dire tutto e il contrario di tutto.

Un emendamento, scritto tra una pausa e un’altra della seduta consiliare, che mette mano a una trentina di leggi regionali, cambiandone articoli e contenuti, cinque delle quali approvate nel 2022 (cioè solo pochi mesi fa!), dalla stessa maggioranza che ha deciso di modificarle.

La seduta è proseguita per tutta la giornata in modo schizofrenico: convocata per le 10.00 è iniziata alle 10.50 e subito è stata sospesa per riprendere alle 12.21; quindi di nuovo sospesa e rinviata alle ore 17, ma prima delle 22,19 non si è tornati in Aula. Ancora una sospensione con rinvio alle 23, ma i lavori riprendono solo all’una di notte. Ancora un’interruzione e consiglio che si riesce a riunire alle una e trenta. Nel frattempo gli uffici dell’esecutivo scrivono e riscrivono il testo: ai consiglieri viene consegnato il maxisubemendamento da 177 commi che occupano 60 pagine e subito si chiede di votarlo. “Cosa cavolo c’è scritto?” chiedono i consiglieri di opposizione, che lamentano l’assenza di un testo con riferimenti al contesto delle leggi e delle norme, che si vogliono cambiare o riscrivere.

Ma quello è l’ultimo atto della legislatura. L’ultimo ‘treno’ per la maggioranza Pd-M5s per infilare in una legge: contributi, risorse, sostegni aiuti ed aiutini. Una mancia di fine mandato per poter provare a chiedere riconoscenza elettorale tra qualche mese. Più che un ‘collegato’ – che dovrebbe servire ad attuare le previsioni di bilancio e armonizzarle con la normativa vigente – quello varato, con il favore delle tenebre, dalla Pisana è stata una vera e propria nuova legge di stabilità, il cui importo economico è ancora tutto da quantificare.

Davanti alle perplessità della minoranza ed al richiamo ai regolamenti, il colpo di genio per forzare la mano è venuto al governatore Nicola Zingaretti (una rarità vederlo in Aula) che, presa la parola, rivolgendosi alla minoranza, cala l’asso: “Sono d’accordo con voi – dice in intesi – ci vuole tempo per leggere l’emendamento; anche io avevo chiesto un rinvio a domani della seduta, ma forse è poco. Se volete, se lo chiedete, rinviamo a qualche giorno, quando vi sentite pronti torniamo qua a discutere”.

Zingaretti sa che quello è l’ultimo atto della legislatura e che appena approvato firmerà le dimissioni per incompatibilità con la carica di deputato acquisita lo scorso 25 settembre, ma sa anche che l’opposizione non vede l’ora di staccare la spina e tornare al voto. “Un altro rinvio a data da destinarsi? Ma finiamola qui e subito” si sono detti in minoranza e, più chiaramente, il consigliere di Fdi, Giancarlo Righini, ha poi chiarito: “Presidente Zingaretti, noi abbiamo proprio fretta di liberare questa Regione, quindi questo è il motivo per cui abbiamo accettato di discutere in questi trentasei minuti sessanta pagine di emendamenti su una buona cinquantina di leggi che andate a riformare. Io credo che questa strada non vi porterà lontano, perché questo è l’ultimo atto di chi in questi ultimi anni ha governato questa Regione con arroganza e con supponenza. Il provvedimento di oggi ne è la dimostrazione e, grazie a Dio, è anche l’ultimo provvedimento della sua amministrazione”. Quindi si concorda un’ora di sospensione per tentare di decifrare il contenuto dei 177 commi e tutto viene rinviato alle 2.15 di notte.

Ma cosa c’è scritto in quelle 60 pagine?

Prova a sintetizzarlo l’assessore al Bilancio e vice di Zingaretti, Daniele Leodori, almeno per le voci più importanti: ci sono 23 milioni in più sulla legge di bilancio del 2018; norme in materia sanitaria (come la medicina di genere, la fibromialgia, lo screening per il tumore polmonare, l’avvio di un nuovo screening, l’istituzione della Giornata del tumore al seno); norme sul trasporto, sul trasporto marittimo e sul trasporto pubblico locale; norme riguardo il Consorzio Lazio Sudest, norme sul Garante dei detenuti, sulla cooperazione sociale, una proroga sul PUA e poi introduzione di una sperimentazione sull’impiantistica, per l’areazione nelle scuole. Ancora: una serie di norme che riguardano l’ipotesi di giudizio di parifica della Corte dei conti (che sarà affrontato oggi) in base alle indicazioni date dalla magistratura contabile in fase di pre-verifica. In particolare – ha spiegato Leodori – “mi riferisco alle norme sulla riduzione dell’indebitamento, alle norme sull’equilibrio delle spese del personale, sulla quantificazione certa del contenzioso della Regione Lazio e la questione dei pagamenti sulla sanità, quindi individuare un soggetto diverso da LazioCrea che fosse ricompreso all’interno del perimetro della sanità, che naturalmente potrà essere Azienda Zero, nel definitivo varo di Azienda Zero, ma nel frattempo immaginare una internazionalizzazione dei pagamenti nel settore della sanità”. Altre norme tengono poi conto delle indicazioni del Mef rispetto al Piano di rientro. Poi abbiamo tutto il tema degli aiuti alle famiglie, alle imprese, al terzo settore per ciò che riguarda il pagamento dei maggiori costi delle spese per l’energia elettrica. In particolare, su questo stanziamento abbiamo previsto 25 milioni di euro su questo e ancora altri 10 milioni per ciò che riguarda le Ater, anche qui come incremento dei costi dell’energia, stanziati annualmente dagli Ater”.

Le dichiarazioni di voto sono più che altro requisitorie politiche per ‘assolvere’ o ‘condannare’ i 10 anni di amministrazione del centrosinistra in Regione, con i gruppi di maggioranza ad elencare successi e cose fatte e quelli di opposizione a sciorinare fallimenti e opere irrealizzate. Alle 3.30, con 32 favorevoli e 11 contrari, il ‘collegato’ è divenuto legge. E scende il sipario.

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