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Ambulanze bloccate, carenza di medici e pronto soccorso al collasso nel Lazio, mentre a Frosinone arriva il Gabibbo

Cesidio Vano
Il direttore generale della Asl ciociara, Angelo Aliquò ha ammesso a Ghione: “Mancano i posti letto all’interno della struttura ma anche i medici nel pronto soccorso. Per quest’ultimi sono stati fatti concorsi ma non si presenta nessuno”.
Novembre 18, 2022
L'inviato di Striscia la Notizia davanti la Asl di Frosinone

Servono 10.000 nuove assunzioni per evitare il collasso dei pronto soccorso del Lazio. La stima è della Cgil che ricorda come negli ultimi 20 anni, a causa del mancato turn over, si sono perse oltre 5.500 unità lavorative nel comparto sanitario e il numero dei medici in servizio è sceso del 12%.

Nei giorni scorsi, da più parti sono arrivati segnali di allarme sullo stato di salute dei pronto soccorso della Regione. La situazione è grave nelle province e anche nella Capitale. A causa del primo freddo e le annose criticità della sanità laziale, martedì scorso, in tutto il Lazio ci sono stati quasi 4.300 accessi ai dipartimenti di emergenza nell’arco delle 24 ore.

Per i medici, si tratta di numero da “bollettino di guerra”, come ha riportato anche il quotidiano La Repubblica che, in base ai dati del 118, ha anche appurato come, nella nostra Regione, in quella stessa giornata le ambulanze abbiano trasportato nei pronto soccorso ben 806 pazienti, con un terzo rimasto in attesa di ricovero e ben sette pronto soccorso di Roma con oltre 100 pazienti da seguire contemporaneamente in presenza di numerosi casi molto gravi.

Ma a far parlare di mala sanità, è stato la scorsa settimana anche l’ospedale di Frosinone, finito al centro dell’ennesimo servizio televisivo di denuncia firmato “Striscia La Notizia”. L’obiettivo del Tg satirico ma puntato il sempre irrisolto problema delle autoambulanze bloccate davanti ai pronto soccorso, in attesa che venga restituita loro la barella con cui hanno trasportano il malato. Come noto, infatti, nelle strutture di emergenza non ci sono posti letto a sufficienza e i pazienti restano in attesa di visita e cura sulle lettighe dei mezzi di soccorso, i quali così non possono ripartire e restano bloccati, per ore e ore, se non per l’intera giornata. Documentata l’incresciosa situazione, l’inviato di Striscia, Jimmy Ghione, è andato a parlarne con il direttore generale della Asl ciociara, Angelo Aliquò, che ha ammesso: “Mancano i posti letto all’interno della struttura ma anche i medici nel pronto soccorso. Per quest’ultimi sono stati fatti concorsi ma non si presenta nessuno”. Poi Aliquò ha spiegato che per fronteggiare la carenza di personale medico la Asl ricorre a medici ‘privati’ tramite cooperative che costano qualcosa in più però si trovano.

Del resto, se un medico ‘a gettone’ intasca quasi il doppio di un suo collega strutturato, forse è facile intuire perché i concorsi vanno deserti e si preferisca lavorare per la cooperativa piuttosto che per la Asl – vista anche l’assenza di concorrenza -. Si tratta di medici pagati per coprire un singolo turno di lavoro, di solito 12 ore. Riescono a guadagnare tra i 1.000 i 3.600 per 48 ore di lavoro ,in caso di turni accorpati. Il settore è una vera e propria giungla, senza regole né orari.

Una situazione tanto anomala, che l’altro ieri, l’Autorità anticorruzione ha chiesto al ministro della Salute di intervenire sul fenomeno dei medici a gettone, diffuso in tutta Italia, segnalando al dicastero di via Ribotta che il caso “tocca servizi fondamentali, improcrastinabili ed indispensabili per l’intera comunità, oltre che di grande impatto economico sulla spesa pubblica, per gli elevati costi sostenuti dalle Aziende sanitarie al fine di remunerare il personale medico reperito per turni spesso insostenibili” e che è auspicabile “un decreto ministeriale che faccia chiarezza sulla questione dei “gettonisti”, e dia dei criteri di congruità dei prezzi”. Ciononostante, in provincia di Frosinone c’è chi difende questo modo di spendere il pubblico denaro a spada tratta: chissà perché e per chi.

Quello delle barelle bloccate nei pronto soccorso – per quanto è vecchio – è uno dei primi problemi che la nuova dirigenza della Asl doveva da subito affrontare. Eppure, solo dopo il blitz di Striscia la Notizia, lo scorso 11 novembre, il Dg della Asl ha deciso di intervenire e cambiare alcune cose nel pronto soccorso di Frosinone, creando più spazi e fornendo più mezzi così da soddisfare le esigenze della struttura di emergenza e (forse) evitare il blocco delle autobettighe. Ma è possibile che, in questo Paese, l’unica prospettiva è affidarsi al Gabibbo? E lo ‘sputtanamento’ mediatico funziona puntualmente meglio di ogni ragionevole confronto e piano d’intervento? Mah!

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