“Siamo grati al Governo per aver accolto le nostre sollecitazioni sul problema della manodopera agricola”. David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio, saluta con entusiasmo l’annuncio da parte del governo guidato da Giorgia Meloni della reintroduzione, con la manovra fiscale, di ‘buoni’ per il pagamento del lavoro a tempo determinato, per un importo fino a 10mila euro.
Coldiretti Lazio sottolinea come l’arrivo dei ‘buoni lavoro’ sia importante nelle campagne “dove occorre lavorare con la semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese”.
I buoni o voucher cancellati nel 2017 dal Governo Gentiloni e previsti, per la prima volta, nel 2003 (Governo Berlusconi II) con la legge Biagi (ma operativi solo dall’anno successivo), come forma di pagamento alternativa in caso di lavoro occasionale accessorio o di prestazioni saltuarie.
Dall’inizio del prossimo anno, quindi, si potranno utilizzare i buoni lavoro per i settori dell’agricoltura, del cosiddetto comparto Horeca (industria alberghiera) e della cura della persona, in particolare per quel che riguarda i lavori domestici. Il nuovo “assegno” avrà un valore nominale di 10 euro lordi all’ora (7,50 euro netti) e un tetto di reddito per i lavoratori fino a 10mila euro l’anno. Lo scopo dichiarato dal governo è quello di avere uno strumento utile per regolarizzare il lavoro stagionale e quello occasionale. Inoltre da Palazzo Chigi promettono controlli molto rigidi per evitare storture.
Un’iniziativa che centra in pieno le aspettative della Coldiretti che, oltre alla gratitudine, esprime al governo anche la disponibilità “al confronto con le istituzioni e i sindacati per individuare le formule più adeguate che garantiscano maggiore semplificazione per le imprese e le necessarie tutele per i lavoratori agricoli”.
Sulla scia di questa novità, Coldiretti Lazio fornisce anche una serie di interessanti dati sul lavoro nel mondo agricolo della nostra regione.
Nel Lazio sono presenti complessivamente più di 45.800 operai agricoli a tempo determinato e indeterminato: al primo posto troviamo Latina con oltre 19.600 presenze, seguita da Roma con 13 mila e Viterbo con 9.400. Al quarto e quinto posto Frosinone con 2.113 operai e Rieti con 1.703. I lavoratori stranieri sono più di 26 mila, provenienti da 117 nazioni e sono pari al 56,9% del numero degli operai agricoli totali, con una concentrazione maggiore a Latina e Roma, mentre le donne straniere sono oltre 4.500. Sono 6.400, invece, gli operai agricoli comunitari e 2500 le donne (dati Crea – Pb Ministero delle Politiche Agricole, elaborato su dati Inps).
Da parte sua, il presidente Granieri conclude sottolineando come “sovranità alimentare significa, nei fatti, un impegno per investire nella crescita del settore con il lavoro, aumentare le produzioni, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità”.