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Non è un’elezione diretta: il vantaggio della corazzata Germani e i peccati di presunzione degli altri

Licandro Licantropo
La candidatura del sindaco di Arce Luigi Germani risulta già una scelta vincente in quanto largamente maggioritaria tra gli amministratori comunali, quelli che andranno alle urne. E’ per questo che ha già il crisma del successo elettorale.
Novembre 26, 2022
Il sindaco di Arce Luigi Germani

Da otto anni la Provincia è un ente di secondo livello per il quale votano i sindaci e i consiglieri comunali. Non i cittadini. Da otto anni l’impostazione voluta dal legislatore è quella di garantire la gestione amministrativa, non le architetture politiche. Nel 2014, al debutto della Del Rio, Francesco Scalia elaborò la strategia vincente perché interpretò prima e meglio degli altri lo spirito della nuova normativa. Facendo un patto con Mario Abbruzzese (Forza Italia) e Alfredo Pallone (Nuovo Centrodestra): in questo modo riuscì a far vincere Antonio Pompeo, superando l’altra parte del Pd di Francesco De Angelis ed Enrico Pittiglio. Un bravo politico deve innanzitutto conoscere bene i sistemi elettorali. Il 18 dicembre non sarà in palio la presidenza della Repubblica Francese o quella delle Nazioni Unite e neppure si voterà per un referendum tra Repubblica e Monarchia. I cittadini resteranno a casa, non saranno chiamati a scegliere tra centrodestra, centrosinistra e Movimento Cinque Stelle. Le tante chiacchiere di questi giorni lasciano il tempo che trovano.

MOSSE VINCENTI ED ERRORI GROSSOLANI

La candidatura alla presidenza del sindaco di Arce Luigi Germani è già vincente, nell’esatto spirito della legge. I consiglieri provinciali che l’hanno sottoscritta hanno ruoli molto importanti: Antonella Di Pucchio (Pd, area Pompeo) è stata la più votata un anno fa, Gaetano Ranaldi (Pd, area Salera) è uno dei perni della maggioranza a Cassino. Daniele Maura e Riccardo Ambrosetti sono delle certezze di Fratelli d’Italia. Alessandro Cardinali è uno dei “signori del voto ponderato” e sfugge ai precipitosi tentativi di inquadrarlo politicamente. Luigi Vacana è un altro dei “signori del voto ponderato”: ha tenuto insieme Biagio Cacciola, Gian Franco Schietroma e i fedelissimi di Massimiliano Smeriglio. E’ un amministratore che non si preoccupa dei confini e delle gabbie dei partiti. La candidatura di Germani è largamente maggioritaria tra gli amministratori comunali, quelli che andranno alle urne. E’ per questo che ha già il crisma del successo elettorale. Riccardo Mastrangeli non ha saputo interpretare i meccanismi e il senso della pessima legge Del Rio. Non è un ballottaggio e neppure una corsa tra coalizioni. E’ scattato in anticipo, con il solo appoggio della Lega. Non ha tenuto in considerazione l’assetto della sua maggioranza al Comune di Frosinone. Snobbando platealmente Fratelli d’Italia e non costruendosi prima una rete maggioritaria di amministratori locali. La politica non finisce a Frosinone, ci sono altri 90 Comuni, con i loro rappresentanti e con le loro sensibilità. La Del Rio va studiata, non si può improvvisare. Il sindaco di Sora Luca Di Stefano è la risposta di Francesco De Angelis all’offensiva di Antonio Pompeo ed Enzo Salera, che hanno spostato il confronto nel Pd sugli amministratori dopo aver constatato per centinaia di volte che negli organismi dirigenti non cambia mai nulla. Né Mastrangeli Di Stefano hanno il radicamento necessario per vincere con questo tipo di sistema elettorale. Si continua a parlare di possibili crisi politiche dopo il voto in alcuni Comuni, per esempio a Frosinone. Sicuro? Sicuro che nel momento in cui il centrodestra potrà conquistare la Regione Lazio, nel capoluogo ciociaro si giocherà allo sfascio? L’unico effetto sarebbe quello di fare di Frosinone la pecora nera di un centrodestra che governa il Paese e la Regione Lazio. A pensarci bene non avrebbe molto senso.

I PARTITI

Fratelli d’Italia è granitico e si muove come una falange macedone sotto la guida del parlamentare e presidente provinciale Massimo Ruspandini. L’onorevole Paolo Pulciani ha dimostrato cosa significa essere uomo di partito, i sindaci Roberto Caligiore e Lucio Fiordalisio hanno dato sostanza e visione alla delegazione trattante. Tutti gli amministratori locali si sentono parte di un progetto. Nessuno vuole spaccare il centrodestra, ma semplicemente garantire un governo all’altezza alla Provincia, sganciata dalle logiche dei partiti. Se la Lega di Nicola Ottaviani e Riccardo Mastrangeli voleva giocarsi la carta della coalizione, avrebbe dovuto perlomeno confrontarsi prima con Fratelli d’Italia. L’intera strategia è naufragata dall’inizio.
Nel Pd da anni Francesco De Angelis e Antonio Pompeo potrebbero appartenere a partiti diversi. Mai d’accordo su nulla, non sono andati oltre delle tregue armate fragilissime. Alzi la mano chi è davvero sorpreso dall’ennesima spaccatura verticale. De Angelis ha una maggioranza schiacciante nel partito, ma il 18 dicembre la votazione riguarderà gli amministratori locali e non sarà la stessa partita. In questo senso Antonio Pompeo è nel tracciato seguito già da Francesco Scalia. In Forza Italia Claudio Fazzone, senatore e leader regionale, è a sostegno della candidatura Germani. Il partito è con lui, con l’eccezione di Adriano Piacentini, schierato con Riccardo Mastrangeli. Fazzone è stato tra quelli che ha consigliato maggiormente Riccardo Mastrangeli di effettuare un passo indietro per salvaguardare la maggioranza e la tenuta del Comune di Frosinone. Non si sente davvero il bisogno di una prova muscolare che non porterà da nessuna parte. Ma alla fine ognuno sarà arbitro del proprio destino. Questo tipo di elezione si vince a tavolino.

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