Morti sul lavoro, triste podio per la Ciociaria. L’ultima classifica delle 106 province italiane al 31 ottobre scorso, redatta in base all’indice di incidenza degli infortuni mortali, vede il Frusinate collocarsi al terzo posto in Italia, dopo Aosta e Matera.
La classifica è stata stilata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering a partire dai dati ufficiali INAIL. Vengono presi in esame solo gli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro, con esclusione di quelli in itinere. L’ordine della classifica è dettato, come detto, dall’indice di incidenza degli infortuni mortali, rispetto al valore di incidenza media nazionale, cioè il numero di infortuni mortali ogni milione di occupati.
La provincia di Frosinone, nell’anno in corso e fino al 31 ottobre scorso, ha purtroppo fatto registrare 14 decessi sul lavoro su una platea di 168.349 occupati (dati Istat 2021) raggiungendo un indice di incidenza sugli occupati di 83,2.
La situazione è ben diversa nelle altre quattro province del Lazio: Roma, con 1.723.846 occupati – sempre in base ai dati Istat 2021 – e 37 decessi nel 2022, si colloca al 71° posto in classifica con un indice di 21,5; Latina è al 65° posto con un indice di 24,3 (5 morti sul lavoro su 206.027 occupati); Rieti è all’83° posto, con indice 17,8 e un morto su 56.255 occupati, mentre meglio di tutti fa registrare Viterbo al 96° posto con un indice di 9,0 e un solo decesso su 111.269 occupati.
Nel 2022, in tutta Italia ci sono stati 659 gli infortuni mortali sul lavoro. Circa 250 quelli, invece, accaduti ‘in itinere’ cioè durante il percorso per recarsi al lavoro o tornare a casa. Quest’ultimi – quelli ‘in itinere’ – sono cresciuti di circa un quarto (24%) rispetto al 2021. Sul dato ha certamente influito il lockdown e il massiccio ricorso allo smart working.
Il comparto più colpito è quello della sanità; seguono poi quello del manifatturiero e dei trasporti. I dati rivelano anche che gli stranieri hanno un rischio di infortunio mortale molto più elevato rispetto agli italiani (oltre il doppio). Nel mese di ottobre 2022, inoltre è cresciuto di un terzo (33%) anche il totale delle denunce d’infortunio (mortale e non) rispetto all’ottobre 2021.
“La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni – spiegano i ricercatori -. Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale rispetto all’annualità precedente.
“Siamo convinti che la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro anche attraverso le nostre elaborazioni possa rappresentare uno strumento efficace di prevenzione degli infortuni – dice Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega –. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di spingere tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage. Un invito che ci auguriamo possa essere colto e accolto concretamente anche e soprattutto dal nuovo Governo”.