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Oggi sciopero dei trasporti, mentre i dirigenti Cotral ‘scappano’ dai pendolari inviperiti

Cesidio Vano
Venerdì è sciopero dei trasporti. Come quasi ogni venerdì italiano. Ma per cosa si sciopera questa volta? Un pò per tutto. Rinnovo contratti, salario minimo, caro energia, invio di armi per la guerra in Ucraina e tanto altro. Si tratta di uno sciopero proclamato dai sindacati di base, ma la protesta si estende anche ad altri comparti del settore privato e pubblico.
Dicembre 2, 2022
Oggi venerdì 2 dicembre sciopero dei trasporti

In Italia ci sono tre certezze: giovedì gnocchi, sabato trippa e venerdì sciopero. Se la settimana corta è un’invenzione fascista, la mini-settimana (dal lunedì al giovedì) è la costante furbata dei sindacati e dei comitati studenteschi che hanno sempre un buon motivo per stoppare tutto al giovedì sera e incrociare le braccia per protesta il venerdì.

Oggi è venerdì e quindi si sciopera. Per cosa? Un po’ per tutto: per il rinnovo dei contratti e per il salario minimo per legge a 12 euro l’ora; contro gli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia; per chiedere il congelamento e calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili; per il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina; per chiedere investimenti economici per tutti i servizi pubblici essenziali e, infine, per chiedere l’introduzione di una nuova politica energetica che utilizzi fonti rinnovabili.

Nel Lazio la protesta è stata indetta dalle segreterie regionali di USB, Cobas, Cup Trasporti, SGB Alcobas, che aderiscono a quella indetta a livello nazionale da Sgc, Al-Cobas, Lmo, Soa, Adl Varese, Cib-Unicobas, Cobas sardegna, Conf. Cobas, Cub, Sgb, Si-Cobas, Usb, Usi-Cit e USI.

Lo sciopero, per 24 ore, coinvolge diversi settori e diverse categorie di lavoratori pubblici e privati (sanità, scuola e fabbriche) ma ha una ricaduta più diretta sui trasporti pubblici, dove i più determinati sono i sindacati Cobas e Orsa che annunciano l’astensione dalle prestazioni lavorative dalle 8:30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio.

Oltre ai treni (astensione dal lavoro dalle 21 di ieri 1° dicembre alle 21 di oggi 2 dicembre), nel Lazio sono a rischio soprattutto le corse del trasporto extraurbano con i bus Cotral (saranno garantite tutte le corse fino alle 8:30 del mattino e quelle alla ripresa del servizio alle 17 fino alle 20).

In merito al Cotral, è però singolare quello che è accaduto l’altro ieri, mercoledì 30 dicembre, quando a manifestare non sono stati gli autoferrotranvieri, ma i pendolari e gli altri utenti del trasporto pubblico, che si erano dati appuntamento proprio sotto la sede centrale di Cotral in via Alimena a Roma, per far sentire – forte – la loro voce ai vertici aziendali, contro i disservizi, le corse saltate e le condizioni da parco bestiame con cui ogni giorno hanno a che fare.

I manifestanti, però, hanno trovato la sede Cotral chiusa ed ‘evacuata’. Stranamente, infatti, la dirigenza ha deciso, per quel giorno, di mandare a casa tutti i dipendenti e lasciare gli uffici chiusi per un’improvvisa ‘verifica straordinaria dell’impianto termico’.

A denunciare la singolare circostanza è stato il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini: “I vertici di Cotral, sapendo che per la mattinata del 30 novembre era prevista, sotto la sede aziendale di via Alimena, una manifestazione di pendolari inferociti delle linee ‘Roma Nord’ e ‘Metro Mare’, hanno pensato bene di indire un ordine di servizio e chiudere la sede, lasciando a casa tutti i dipendenti e i dirigenti, adducendo come motivazione una non meglio specificata ‘verifica straordinaria dell’impianto termico’. Ma che coincidenza! – dice ironicamente Giannini -, gli utenti delle due tratte gestite da Cotral decidono di scendere in piazza contro gli enormi disservizi e la dirigenza se la dà a gambe”. Poi il consigliere elenca i problemi e le difficoltà denunciate dai manifestanti: “Sono anni che i pendolari convivono con ritardi cronici, carrozze vetuste, corse saltate e disagi di ogni tipo, prima con Atac e, dal 1 luglio scorso, con Cotral, ma nulla in questi mesi è cambiato e la pazienza è finita. Un servizio negato a migliaia di lavoratori, studenti e turisti che pur pagando biglietti e abbonamenti, si ritrovano con un trasporto pubblico da terzo mondo, nella piena noncuranza della Regione Lazio e di chi in azienda sovrintende a queste linee ferroviarie. Quanto accaduto, con la chiusura della sede in faccia a chi manifesta, è uno smacco troppo grande – conclude Giannini – i vertici di Cotral prendano atto che, se non sono in grado di avere un confronto con l’utenza e di gestire il servizio pubblico del Lazio, hanno di fatto ammesso di essere in seria difficoltà nel mantenere le promesse fatte”.

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