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Non sempre ha ragione Roma. I tre motivi per i quali sull’Egato ha perso il centrodestra

Licandro Licantropo
L’inspiegabile autogol di Fratelli d’Italia e della Lega che decidono, a livello regionale, di smarcarsi dall’accordo con il centrosinistra lasciando a tutte le altre forze politiche, compresa Forza Italia, la possibilità di stabilire presidenti e consiglio direttivo dell’importantissimo e strategico ente sovracomunale.
Dicembre 8, 2022
Mauro Buschini, presidente Egato

L’ennesima vittoria del centrosinistra. Unito come non mai quando si tratta di mettere i propri uomini nella governance degli enti del territorio. Per un giorno De Angelis e Leodori, Buschini e Pompeo, Sara Battisti e Salera hanno marciato insieme alla conquista dell’Egato: quello che diventerà il centro propulsore delle attività di raccolta, trattamento e smaltimento rifiuti della provincia di Frosinone.

Questa volta però più della compattezza dei Dem e del Terzo Polo registriamo l’inspiegabile autogol di Fratelli d’Italia e della Lega che decidono, a livello regionale, di smarcarsi dall’accordo con il centrosinistra lasciando a tutte le altre forze politiche, compresa Forza Italia, la possibilità di stabilire presidenti e consiglio direttivo dell’importantissimo e strategico ente sovracomunale.

Ci sono almeno tre buone ragioni per criticare la scelta del centrodestra.

La prima. L’impostazione “grillina” di un ragionamento basato esclusivamente sul compenso degli amministratori e sulla tempistica (a ridosso delle elezioni regionali) senza entrare nel merito della questione. Gli Egato non sono un’invenzione di Zingaretti & Co. Una legge regionale si è occupata di recepirne una nazionale e per quanto censurabile la tempistica sull’elezione degli organi statutari la mancata partecipazione determinerà – salvo improbabili commissariamenti – l’assenza presente e futura dei rappresentanti di Fratelli d’Italia e del Carroccio nella direzione e nel controllo di un’ente che gestirà un processo socialmente ed economicamente impattante come quello del ciclo dei rifiuti. La protesta di un giorno con il relativo ritorno mediatico e l’utilizzo della stessa a fini elettorali per la prossime regionali non costituiscono, a nostro avviso, un buon motivo per tenersi fuori dalla governance degli Egato lasciando al centrosinistra praterie che immancabilmente produrranno rilevanti effetti politici sul territorio.

La seconda. Il territorio ancora una volta subisce una decisione carica di “demagogia” da Roma senza interrogarsi sugli effetti presenti e futuri. Non avere rappresentati nell’Egato significa consegnare agli avversari una serie di decisioni strategiche che potrebbero anche confliggere con quelle “politiche” che la futura Regione di centrodestra deciderà di attuare sul tema dei rifiuti. In una provincia che ha subito per anni l’invadenza romana e ha messo a disposizione impianti e discarica a servizio delle esigenze della Capitale era senz’altro più rassicurante presiedere con propri rappresentati l’Egato piuttosto che consegnarlo completamente al controllo di forze politiche che se i sondaggi venissero confermati, potrebbero trovarsi all’opposizione alla Pisana.

Il messaggio che è passato oggi non è dei più edificanti. Anche in considerazione delle posizioni diametralmente opposte maturate quando il centrodestra aveva discusso della questione nei mesi scorsi. In quell’occasione le critiche (inascoltate) agli Egato erano venute per lo più dai rappresentanti delle province con il fronte romano invece convinto e favorevole alla legge. 

La terza. Eleggere rappresentanti nell’Egato non avrebbe dato vita a nessun inciucio. Ognuno degli organismi avrà una maggioranza (nel caso di Frosinone di centrosinistra) e una minoranza. L’indicazione dei propri rappresentanti, nel segno della professionalità, avrebbe semplicemente consentito a Fratelli d’Italia e alla Lega di esercitare un controllo puntuale sulle scelte della maggioranza. L’irruzione a gamba tesa di Roma depotenzia la politica locale su un tema, quello ambientale, sul quale soprattutto Fratelli d’Italia e Massimo Ruspandini hanno combattuto battaglie impegnative e coraggiose.

Ecco perchè la vittoria odierna del centrosinistra di oggi ha una doppia valenza. Da un lato, pur agonizzante, il Pd dimostra orgogliosamente di superare le scorie pericolose dell’antipolitica (le stesse che, a risparmio zero, con la riduzione degli eletti hanno indebolito Parlamento e territori) e conquista un altro importante tassello per la gestione del territorio. Dall’altro, con la complicità del centrodestra, Leodori & Co portano definitivamente nella loro area di influenza tutta una serie di forze civiche il cui ruolo potrebbe rivelarsi decisivo sia per l’elezione del presidente della Provincia sia in occasione delle elezioni regionali di febbraio.

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