È mancato l’urlo del gol. Contro la squadra con la più lunga serie positiva del campionato cadetto, la capolista Frosinone non è andata oltre un pari bianco. È il secondo pareggio casalingo di fila, dopo un filotto di sei successi, ma considerato il valore dell’attuale Pisa non è un risultato disprezzabile. È mancato un pizzico di cinismo, o se preferite la precisione, nelle poche circostanze in cui gli uomini di D’Angelo sono andati in affanno.
Nell’altra metà campo il Pisa si è limitato a punzecchiare e a guadagnar calci d’angolo, su uno dei quali Turati è stato chiamato a una parata non semplice. Per il resto, grande densità a centrocampo, ma poca capacità di cambiar passo negli ultimi 20 metri.
FROSINONE: CONFERMA IN BLOCCO PER L’UNDICI DI REGGIO CALABRIA
Ci si attendeva qualche avvicendamento nell’undici iniziale, visto che si trattava del terzo match in otto giorni, ma Grosso ha deciso di ribadire la fiducia ai ragazzi partiti titolari a Reggio Calabria. Mulattieri riferimento centrale del fronte offensivo, con Insigne sul settore di destra e Garritano su quello opposto; a centrocampo Rohden, Mazzitelli e Boloca e davanti a Turati i centrali Sziminsky e Ravanelli, con Sampirisi e Cotali a presidiare le corsie basse.
L’avvio dei giallazzurri è stato convincente e ha prodotto due nitide occasioni da rete. Sulla prima, scaturita da un’azione perfetta, Garritano ha fallito la stoccata vincente, facendosi intercettare la ravvicinatissima conclusione da un intervento alla disperata di Calabresi. Sulla seconda, il colpo di testa di Mulattieri ha chiamato Livieri a una parata più spettacolare che difficile.
La produzione offensiva di qualità è tutta qui. Un Frosinone comunque manovriero e bello da vedersi fino alla tre quarti, ha trovato nella munita e dinamica retroguardia pisana uno scoglio insormontabile. Eppure, qua e là, il timore dei difensori toscani è apparso evidente, prendendo le sembianze di qualche rinvio affrettato e di una eccessiva preoccupazione che traspariva quasi dai volti dei giocatori ospiti. Sensazioni, flash, o poco più.
NELLA RIPRESA IL RITMO SI È ABBASSATO
Andate al riposo con punteggio in bianco, le due squadre non hanno certo rinunciato al tentativo di accaparrarsi l’intera posta. Allo scopo sia Grosso che D’Angelo hanno progressivamente apportato qualche correttivo, ma le forze fresche hanno paradossalmente abbassato i ritmi di una contesa sempre più dominata dall’equilibrio e dalla paura di un gol beffardo. Così, a Turati è toccato smanacciare sulla linea di porta un corner al veleno e dall’altra parte Insigne ha pagato l’eccesso di generosità non riuscendo a dosare l’assist per Mulattieri.
In estrema sintesi i secondi quarantacinque minuti son stati questo. Per chi ama leggere al di là del risultato sono stati anche la conferma che Caso è un giocatore sopraffino, che ha tecnica, velocità d’esecuzione e velocità di pensiero non comuni. Perfino i suoi estri, palesi e spesso pronti a deflagrare sul match, sono stati però ingabbiati dagli implacabili pisani. Meno importanti gli impatti sulla contesa di Frabotta, che per la voglia di strafare ha finito col pasticciare un po’, e di Oyono, finalmente in campo dopo l’infortunio, ma un po’ distante dal giocatore arrembante di inizio stagione. Ancor meno hanno inciso Moro e Ciervo, ma non sempre è facile sfruttare frammenti di match.
Il Pisa ha retto fino al 94’, i giallazzurri hanno reclamato qualche tocco sospetto nell’area nerazzurra, ma tra i tanti record del Frosinone quello che sembra resistere con più tenacia è il non aver beneficiato di alcun rigore. A due gare dalla conclusione del girone di andata è un dato statistico davvero sorprendente, specie in considerazione del fatto che parliamo della capolista del campionato, la cui produzione offensiva è di tutto rilievo. Complessivamente il pareggio deve ritenersi però giusto per quel che le squadre hanno prodotto in termini di pericolosità.
Ora si va sul campo del Genoa, per prendersi il titolo d’inverno e per aggiungere un tassello al mosaico della meraviglia.