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Rocca, il presidente della Croce Rossa in “pole” nel centrodestra per la guida della Regione

Licandro Licantropo
L’ufficialità dovrebbe arrivare nel corso della manifestazione di Fratelli d’Italia in programma dal 15 al 17 dicembre a Piazza del Popolo a Roma.
Dicembre 13, 2022
rocca
Francesco Rocca, candidato governatore del Lazio per il centrodestra

Fonti romane vicine a ambienti di Fratelli d’Italia riferiscono che su richiesta degli alleati per un profilo di caratura “nazionale”, Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida potrebbero lanciare Francesco Rocca, il presidente della Croce Rossa Italiana, come il candidato presidente di centrodestra alla guida della Regione Lazio.

Che la notizia abbia molto più di qualche fondamento è dimostrato anche da alcune verifiche fatte dalla redazione di Politica7 rispetto alla richiesta degli alleati che pare abbiano confermato la loro richiesta su un profilo nazionale del candidato chiamato a riportare la regione Lazio tra quelle guidate dal centrodestra.

Come annunciato nei giorni scorsi l’ufficialità dovrebbe arrivare nel corso della manifestazione di Fratelli d’Italia in programma dal 15 al 17 dicembre a Piazza del Popolo a Roma.

IL NUOVO “POMPEO” CHE VUOLE PRENDERSI TUTTO

Passare il testimone a Luigi Germani rappresenterebbe l’ultimo trampolino di lancio per Antonio Pompeo. Il presidente della Provincia e sindaco di Ferentino ha due obiettivi per il 2023: l’elezione a consigliere regionale e un ruolo di primo piano nel Pd. Nei mesi scorsi ha preparato la strategia nei minimi dettagli e adesso si tratta di cambiare passo.

DA BONACCINI A NARDELLA

Ieri Pompeo ha postato la foto dell’incontro avuto a Roma con il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico. Con Bonaccini c’è il sindaco di Firenze Dario Nardella, referente politico e amico di Pompeo.

C’è la volontà di ridisegnare il partito, puntando davvero sugli amministratori locali per limitare (non cancellare) il ruolo delle correnti. E’ la stessa cosa che Pompeo “predica” da anni in Ciociaria, dove però si è dovuto scontrare con il “muro” alzato dall’ala maggioritaria di Francesco De Angelis. Adesso però nel partito può cambiare l’intero schema e, con esso, i rapporti di forza.

Fregandosene altamente degli ipocriti e dei benpensanti a corrente alternata, Pompeo ha deciso di appoggiare la candidatura alla presidenza della Provincia di Luigi Germani. Con lui ci sono tanti amministratori Dem, a cominciare da sindaci come Enzo Salera (Cassino), Domenico Alfieri (Paliano), Simone Costanzo (Coreno Ausonio). L’area di De Angelis sta con Luca Di Stefano. Una vittoria di Germani non potrebbe né passare inosservata né rimanere senza ulteriori conseguenze all’interno del Pd.

Il capitolo decisivo è rappresentato dalle regionali. Con Mauro Buschini al vertice dell’Egato, un seggio se lo giocheranno Antonio Pompeo e Sara Battisti. Pompeo vuole arrivare primo, sia per avere la certezza dell’ingresso in Consiglio, sia per inviare un altro segnale. Se ci riuscirà, allora il congresso nazionale potrebbe rappresentare un’occasione irripetibile. Il sindaco di Ferentino con Nardella c’è da sempre e siccome le primarie ci saranno anche in provincia di Frosinone, i risultati conteranno tantissimo. Ci sono perfino dei precedenti.

Francesco Scalia, mentore di Pompeo, non ha mai guidato una corrente maggioritaria in provincia di Frosinone, ma la sua collocazione nazionale e romana gli ha permesso di giocarsi le sue carte alla pari con Francesco De Angelis. Non solo: spesso Scalia ha vinto partite importanti, dalle provinciali alle elezioni negli enti intermedi (Saf, Asi, Cosilam). Antonio Pompeo ha la possibilità di fare lo stesso e potrebbe non limitare il suo raggio di azione soltanto in Ciociaria. Potrebbe muoversi sull’intero territorio regionale. Sicuramente da mesi non sbaglia una mossa.

IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA

Il presidente vicario della Regione Lazio Daniele Leodori ha dimostrato ieri, durante il convegno a Pofi sul ruolo dei piccoli Comuni, cosa vuol dire essere un leader politico. Ha detto che la costituzione dell’Egato in provincia di Frosinone è stata pienamente legittima e che quindi Mauro Buschini è presidente a tutti gli effetti. D’altronde non si sarebbe dimesso da consigliere regionale se non fosse stato così.

Leodori ha aggiunto che sulla vicenda dei compensi dei vari organi dell’Ente di gestione dell’ambito dei rifiuti deciderà il prossimo consiglio regionale. Dopo che saranno stati definiti gli assetti anche nelle altre province. Infine si è tolto un macigno dalla scarpa ricordando che la giunta Zingaretti (con lui in regia da presidente dell’aula) ha abolito quasi 100 poltrone in un’operazione di riduzione dei costi. Daniele Leodori ha dimostrato cosa vuol dire assumersi tutte le responsabilità quando si guida un ente come la Regione.

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