Il caso Soumahoro si arricchisce di un nuovo capitolo. Ora si scopre che tra i vari finanziatori della cooperativa di famiglia Karibu, c’era anche il Comune di Roma. Non solo l’attuale Giunta Gualtieri del Pd, ma anche quella precedente a guida Raggi del M5S, finanziavano la coop del deputato di Sinistra Italiana e Verdi, peccato che di tutti quei soldi non ce ne sia traccia sui bilanci della società, quei soldi non sono mai stati registrati. L’amministrazione capitolina avrebbe, prima con la pentastellata Raggi e poi con il dem Gualtieri, finanziato molto generosamente la creatura di Mukamitsindo, suocera dell’onorevole Soumahoro, ora indagata per truffa aggravata.
Come rivela ‘L’Identità’, nel 2021 la Karibu avrebbe ricevuto “pagamenti dalla Capitale per 30.303 mila euro: 8mila l’11 giugno, 6200 e 2900 il 9 settembre e 13203 il 5 novembre”. Nell’anno precedente, il 2020, nelle tasche della regina dei migranti, sarebbero arrivati quasi 63mila euro “con due versamenti da 31.090 l’11 febbraio e 31.531 il 21 febbraio”. Controllando i bilanci, questo giro di soldi non compare. Secondo Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio: “Si tratta di cifre altissime, che dal 2016 ad oggi ammonterebbero a oltre 2 milioni”.
D’AMATO CHIAMATO IN CAUSA
Si è peraltro ancora in attesa della convocazione della Commissione consiliare per le politiche sociali, invocata ormai da settimane, proprio dall’esponente leghista. Fabrizio Santori l’aveva chiesta nel corso della commissione consiliare trasparenza. “La riunione – aggiunge Santori – è necessaria per avviare la verifica delle posizioni di tutte le cooperative e le associazioni impegnate dal Campidoglio per l’assistenza, e non soltanto per quanto riguarda i minori, ma anche per gli anziani e i disabili.
La richiesta – spiega il capogruppo della Lega in Campidoglio – è di compiere un’indagine accurata e a tutto campo, a livello centrale, nei Municipi e con la partecipazione di assessorato e dipartimento, e con ulteriore urgenza dopo quanto è emerso anche in Commissione trasparenza. E’ inconcepibile infatti che i controlli non siano stati fatti, e che sia emerso che la Karibu operasse senza avere nemmeno il Durc (Documento unico di regolarita’ contributiva) prendendo denaro sfilato dalle tasche dei cittadini senza verifiche. Domandarsi se possono esserci altre situazioni di questo tipo in giro per Roma Capitale e’ naturale. Ma il sindaco Gualtieri tace e la Commissione preposta ancora non è neppure in calendario”, conclude Santori.
Ma lo scandalo migranti chiamerebbe in causa politicamente anche D’Amato. “Come mai il candidato presidente Alessio D’Amato non ha proferito parola sugli scandali Karibu e Aid, che hanno ottenuto ingenti fondi anche della Regione Lazio? Perché l’attuale assessore regionale alla Sanità non ha condannato le condizioni disumane nei centri gestiti dalle coop, dove i migranti lamentavano il sovraffollamento e le carenze di cibo, acqua, energia e vestiti? C’era e c’è il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie all’interno degli immobili, in cui vivevano e vivono i migranti? Quanti controlli sono stati svolti in questi anni dalle Asl sui centri gestiti da Karibu, Aid e dalle altre cooperative? Eventualmente cosa è emerso? Nel rispetto dei principi garantisti e delle indagini, la Regione Lazio non può trincerarsi nel silenzio”. Davvero il caso Karibù rischia di trasformarsi in un ciclone che esploderà in piena campagna elettorale regionale.