La trasparenza, questa sconosciuta. LazioCrea assegna quattro milioni di euro di contributi, ma non vuole rivelare a chi. I nomi escono solo dopo che la consigliera regione di Fratelli d’Italia, Francesca De Vito, ha fatto scrivere una diffida dal proprio avvocato, minacciando di segnalare il fatto alla Corte dei Conti.
Dopo la Pec inviata del legale, i dirigenti di Lazio Crea hanno cambiato ‘orientamento’ e, come prevede la normativa anticorruzione, hanno reso pubblici i nomi dei beneficiari: trentacinque pagine con specificate le associazioni private e gli enti locali beneficiari dei fondi stanziati con il bando per le iniziative culturali, sociali e turistiche da realizzare nel periodo tra l’8 dicembre 2022 ed il 28 febbraio 2023.
Chi è e cosa fa LazioCrea
LazioCrea è una società per azioni interamente partecipata dalla regione Lazio. È – come si dice – una società “in house” della Regione, nata nel 2014 dalla fusione delle due società regionali LazioService Spa e LAit-Lazio, con il compito di “affiancare la Regione Lazio nelle attività tecnico-amministrative, offrendo servizi di gestione ed organizzazione delle attività di interesse regionale”.
Il bando per la Cultura e i nomi ‘criptati’
A LazioCrea, sia nel 2021 che nel 2022, la Regione ha affidato la gestione dei bandi per erogare a comuni e varie forme associative private i contributi per le manifestazioni natalizie. Nel 2021, i nomi dei beneficiari delle erogazioni sono stati pubblicati in ‘chiaro’ sul sito della Spa, con tanto di denominazione dei destinatari del finanziamento e somme assegnate; nel 2022, invece, in piena campagna per le elezioni regionali che si terranno come noto i prossimi 12 e 13 febbraio e con 4 milioni di euro da distribuire, i nominativi dei beneficiari sono stati ‘oscurati’ e sostituiti con un incomprensibile codice alfanumerico.
La diffida della consigliera De Vito (FdI)
“Quattro milioni di euro, con le urne in fermento, dati a chi?” si è chiesta la consigliera Francesca de Vito, del gruppo di Fratelli d’Italia, che, non riuscendo ad avere risposte, ha fatto scrivere una diffida dal suo avvocato alla Spa regionale, ricordando gli obblighi di pubblicità previsti dalla normativa anticorruzione in merito all’erogazione di finanziamenti pubblici. Normativa che, tra l’altro, prevede la non efficacia legale degli atti di erogazione, qualora questi non indichino chiaramente a chi vengono erogate le somme superiori ai 1.000 euro, con il rischio quindi che i funzionari che hanno pagato, violando la normativa Anac, rispondano personalmente delle somme sborsate. E la minaccia di segnalare l’anomalia alla Corte dei conti ha fatto il miracolo: i nomi ‘criptati’ dei beneficiari sono diventati subito intelligibili attraverso la pubblicazione di un elenco-papiro di 35 pagine.
Soldi a Comuni e associazioni private
I benefici (sono oltre 1.000 i destinatari, fino a 15.000 euro di contributo a testa), sono andati a Comuni e associazioni varie (riconosciute e non, fondazioni, comitati, cooperative, Onlus) ritenuti ammissibili al finanziamento, che comunque adesso ognuno può conoscere, consentendo di esercitare, nel complesso, quel costante controllo sull’attività della ‘res pubblica’, che i più recenti orientamenti affidano anche al singolo cittadino senza dover portare alcun interesse particolare.
Lo sfogo su Facebook della consigliera regionale
“LazioCrea ha deciso di pubblicare i nominativi dei vincitori del bando dedicato ai comuni del Lazio e agli Enti privati per le iniziative culturali, sociali e turistiche della Regione Lazio, solo dopo le mie minacce!” ha scritto questa mattina sul suo profilo social la consigliera De Vito, aggiungendo: “Il 2 gennaio inviavo una PEC a LazioCrea, dopo giorni di proteste, e “magicamente” ieri sono ‘comparsi’ i nominativi… avevo pensato male ed evidentemente avevo fatto bene, visto che sono stati così celeri a rimediare. Ringrazio l’Avv. Immediata per aver impostato la PEC che è stata risolutiva… questa è la strada se si vuole ottenere trasparenza dalla giunta PD/M5S…fortunatamente manca poco al 12 e 13 Febbraio”.
L’iniziativa dal consigliere regionale del gruppo di Giorgia Meloni è partita anche a seguito di alcuni articoli di stampa (pubblicati dal sito affaritaliani.it) che segnalavano la strana anomalia.