Il post di Antonio Pompeo non rappresenta certamente una novità all’interno del Pd, però mette in evidenza quanto abbiano pesato le spaccature interne alle provinciali, tra chi (come lui) ha votato per Luigi Germani e chi (come De Angelis) ha scelto Luca Di Stefano. Quella contrapposizione feroce si è adesso spostata sulle regionali e non promette nulla di buono.
REGIONALI, IL CASO TAMBURRINI
Maria Concetta Tamburrini, assessore della giunta Salera a Cassino, ha deciso di non partecipare alla lista delle regionali, per salvaguardare (così ha scritto) il progetto politico della maggioranza e del sindaco della città martire. Cosa sia cambiato in poche ore non è chiaro, anche se i bene informati riferiscono che l’appoggio “vero”, quello che conta, di Enzo Salera ad Antonio Pompeo non è minimamente in discussione.
Adesso i destini elettorali e politici di Pompeo non dipenderanno certo dal mancato “ticket” con la Tamburrini (anche se l’ex sindaco di Ferentino dovrà trovare due candidate in poche ore), ma è il messaggio che passa che lascia stupiti. L’ex presidente della Provincia ha riservato ai suoi compagni di partito parole durissime, che creano un solco irrecuperabile.
Ha scritto: “In tanti anni di impegno politico e amministrativo non ho visto mai tanto squallore e tanta bassezza… Le persone conoscono bene la differenza tra chi mette a servizio il proprio impegno e la propria conoscenza e chi, invece, usa la politica come ristoro… io rispondo che ci sono e non ho paura perché non sono solo. Insieme a me ci sono donne e uomini che con orgoglio chiedono una classe dirigente capace di ascoltare, proporre soluzioni e guardare al futuro”.
Sono due partiti diversi e inconciliabili. Antonio Pompeo è consapevole di doversi giocare tutto per poi decidere, anche a seconda del risultato, se restare o meno nel Partito Democratico.
ULTIMI GIORNI PER LE CANDIDATURE ALLE REGIONALI
Nel frattempo è iniziato il periodo decisivo per la presentazione delle liste e delle candidature alle regionali. La lista del Pd è per adesso formata da Sara Battisti, Antonio Pompeo, Libero Mazzaroppi e Andrea Querqui. Mancano due donne e Pompeo sta accelerando.
Nella Lega i giochi che sembravano fatti dovranno necessariamente tenere conto della rivolta di Ceccano. Il fulcro è Pasquale Ciacciarelli, attorno al quale ci saranno Andrea Amata, Francesca Chiappini, Marco Corsi, Maria Veronica Rossi e Veronica Di Ruscio. Ma la candidatura di Corsi nella città fabraterna ha determinato la durissima presa di posizione degli uomini del Carroccio: dal coordinatore Parisi all’assessore Macciomei e ai due consiglieri Patriarca e Bronzi.
In un documento hanno preso le distanze dall’idea Corsi ricordandone le discutibili e controverse iniziative politiche degli ultimi anni. Sempre contro l’attuale maggioranza e il sindaco Roberto Caligiore.
In Forza Italia sono aumentati i punti fermi: dopo il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco e il subcommissario provinciale Rossella Chiusaroli, ecco Samuel Battaglini, amministratore comunale di Patrica.
Non ha sciolto la riserva l’assessore comunale di Frosinone Adriano Piacentini e nelle ultime ore pare che ci sia stata una telefonata del senatore Claudio Fazzone all’indirizzo di Gianluca Quadrini, consigliere provinciale e battitore libero. Cinque anni fa proprio Fazzone lo portò negli “azzurri” dandogli il ruolo di vicecoordinatore regionale. Mossa che determinò l’esodo di Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli e molti altri.
Che Quadrini possa far parte della lista di FI alle regionali? Per adesso il vero mattatore della partita dell’Egato e delle Provinciali viene considerato nell’Udc, insieme all’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia.
Ultime ore per mettere a punto i dettagli anche per Fratelli d’Italia. La squadra dovrebbe essere composta da Daniele Maura, Nadia Belli, Gabriele Picano, Simona Castagna, uno tra Fabio Tagliaferri e Antonello Iannarilli, Alessia Savo.
Nel Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, dovrebbero essere state individuate quattro candidature su sei: Massimiliano Quadrini, Barbara Alifuoco, Bruna Gregori e Maurizio Maggi.
La lista del Movimento Cinque Stelle: Loreto Marcelli, Enrica Segneri, Michela Spaziani, Nader Al Khatib, Stella Andreini e Massimiliano Evangelista.
Si giocherà le proprie chances la lista Noi Moderati-Sgarbi che per ora ha in campo Marcello Giorgi e Carmine Di Mambro.
Tutti gli altri partiti stanno lavorando alla composizione delle liste regionali preferendo il silenzio. Non è semplice in questo momento un’operazione del genere, sia per lo scontro politico fortissimo ad ogni livello, sia per i pochissimi seggi a disposizione in Ciociaria. Sono soltanto quattro e due andranno al partito maggiore della coalizione vincente. Quindi, presumibilmente, Fratelli d’Italia o Partito Democratico.
A poche settimane dalle provinciali della spaccatura nel centrodestra, tra Fratelli d’Italia e Lega, non parla più nessuno. Non perché sia stata superata ma perché evidentemente quelle scelte andavano inquadrate in un contesto preciso e limitato. Invece nel Partito Democratico il livello dello scontro si è impennato e non è esagerato dire che non c’è alcun tipo di legittimazione reciproca tra i protagonisti: Francesco De Angelis e Antonio Pompeo.
Compito ingrato per il segretario provinciale Luca Fantini, anche perché con la lista da completare e con il nervosismo che c’è a livello regionale per la mancata intesa tra Pd e Cinque Stelle, non troverà alcuna sponda. Da dieci anni il Partito Democratico è spaccato e rissoso in Ciociaria. Stavolta però sembra essere arrivato al capolinea: impossibile pensare che De Angelis e Pompeo possano continuare a far parte della medesima comunità politica.